Santa Famiglia di Nazareth
La festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, viene celebrata la domenica successiva al Natale. Si tratta di una festa che si è sviluppata a partire dal XIX secolo in Canada e poi in tutta la Chiesa a partire dal 1920. All’inizio era festeggiata la domenica dopo l’Epifania. Una festa che mira a indicare nella santa Famiglia di Nazaret “il vero modello di vita” (Colletta) per le nostre famiglie a cui ispirarsi e dove trovare aiuto e conforto.
Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo". Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato mio figlio. Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: "Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va' nella terra d'Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino". Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d'Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: "Sarà chiamato Nazareno". (Mt 2,13-15.19-23).
Famiglia in movimento
Se c’è un dato che colpisce dalla lettura del testo del vangelo, sono i tanti verbi di “movimento”: partire, alzarsi, fuggire, rifugiarsi, abitare…e anche la cartina geografica non è da meno: Betlemme, Egitto e poi Nazaret. Certamente la chiave di tutto questo “movimento” la troviamo nella citazione del profeta Osea: “Dall’Egitto ho chiamato mio figlio”. Luogo di rifugio per i perseguitati e punto di partenza dell’Esodo di Israele. La Famiglia di Nazaret ricalca in questo modo il cammino di tanti perseguitati e profughi della storia, ma nello stesso tempo rimanda alla mano potente di Dio che sa liberare il suo popolo.
L’esperienza della famiglia di Nazaret non può non far pensare alle tante famiglie di oggi anch’esse “in movimento”. Certamente le famiglie costrette a lasciare le loro case e le loro terre, in cerca di pace, serenità e lavoro. Ma anche a quell’apprensione che coltivano le nostre famiglie per l’ansia di non arrivare a fine mese, per l’instabilità affettività tra i coniugi, la paura della malattia…
Nella famiglia di Nazaret, le nostre famiglie così come la famiglia umana, può imparare a lasciarsi guidare dalla mano potente di Dio. Se è vero, da una parte, che in molte situazioni ci si senta “profughi”, “estranei in casa propria” o nel cuore dell’amato, è altrettanto vero che ogni ostacolo, ogni difficoltà può essere trasformata in opportunità di “esodo”, in opportunità di “cammino di conversione” che solo può condurre alla serenità, alla pace, alla stabilità.
Lo Spirito Santo parla alle famiglie di oggi
Lo Spirito Santo continua ancora oggi a guidare “tutte le genti”, “tutte le coppie”, “tutti i genitori”. Ma occorre mettersi in ascolto dello Spirito che parla in noi. Se il Figlio di Dio ci viene incontro in un bambino e solo uno sguardo di fede sa coglierlo presente, allora è importante ricordarci che le cose quotidiane non sono mai di poco conto; che gli incontri quotidiani non sono mai inutili o pure coincidenze: ci vuole uno sguardo di fede per cogliere dentro e oltre. Perché tutto è “luogo” in cui incontriamo (o rifiutiamo) la presenza di Dio. Tutto è segno per chi crede.
Vangelo della famiglia
Vivere il vangelo della famiglia non è facile oggi, ancor più in questi tempi. Si viene criticati o attaccati solo perché si vuol difendere la vita fin dal grembo materno. Eppure nel vangelo noi troviamo la via per vivere una vita bella a livello personale e famigliare, una via certamente impegnativa, ma affascinante e totalizzante. Una via della quale merita ancora oggi fidarsi e affidarsi, sull’esempio e per intercessione della stessa Santa Famiglia di Nazaret. In ogni famiglia ci sono momenti lieti e tristi, tranquilli e difficili. È la vita. Vivere il “vangelo della famiglia” non esula dal vivere difficoltà e tensioni, di incontrare tempi di lieta fortezza e momenti di tristi fragilità. Famiglie ferite e segnate da fragilità, da fallimenti, da difficoltà…possono risorgere se imparano ad attingere alla fonte del vangelo, possono ritrovare nuove possibilità di ripartenza.
Preghiera
La vita nascosta di Nazaret
permette ad ogni uomo
di essere in comunione con Gesù
nelle vie più ordinarie della vita quotidiana:
Nazaret è la scuola
dove si è iniziati a comprendere
la vita di Gesù,
cioè la scuola del Vangelo...
In primo luogo essa ci insegna il silenzio.
Oh! se rinascesse in noi
la stima del silenzio,
atmosfera ammirabile e indispensabile dello spirito...
Essa ci insegna il modo di vivere in famiglia.
Nazaret ci ricordi cos'è la famiglia,
cos'è la comunione di amore,
la sua bellezza austera e semplice,
il suo carattere sacro e inviolabile...
Infine impariamo una lezione di lavoro.
Oh! dimora di Nazaret,
casa del “Figlio del falegname”!
Qui soprattutto desideriamo comprendere
e celebrare la legge, severa certo,
ma redentrice della fatica umana...
Infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo
e mostrar loro il grande modello,
il loro divino fratello.
(San Paolo VI, discorso del 5 gennaio 1964 a Nazaret)