Filippine: Marawi libera da milizie islamiche. Aiuti interreligiosi a sfollati
di Giada Aquilino
Un grande “sforzo interreligioso” per garantire assistenza umanitaria a centinaia di migliaia di sfollati. È uno degli aspetti più importanti che emergono in queste ore, a seguito dell’annuncio che Marawi, la città a maggioranza musulmana nel sud delle Filippine, è stata liberata dopo quasi cinque mesi nelle mani dei militanti islamici legati all’Is. Lo mette in luce Paolo Affatato, responsabile della redazione Asia dell’agenzia Fides.
È stato il presidente filippino Rodrigo Duterte, in visita nella zona, a dare l’annuncio stamani della liberazione della città situata sull’isola di Mindanao. Circa un migliaio di persone, in gran parte militanti, sono morte durante gli scontri tra il gruppo Maute e le forze armate di Manila, iniziati il 23 maggio. Nell’area, comunque, rimane ancora un numero ristretto di combattenti, una trentina, dopo che in questi mesi i soldati erano riusciti a liberare diversi gruppi di ostaggi.
Le violenze hanno costretto oltre 350 mila residenti a fuggire dalla città e dalle aree circostanti: in prima linea negli aiuti le comunità cattoliche circostanti, sottolinea Affatato. “Nei dintorni della città le chiese hanno aperto le loro porte; le associazioni cristiane hanno fatto del loro meglio, lanciando anche campagne di solidarietà: ricordiamo l’aiuto della Caritas che ha provveduto a un ingente flusso di aiuti umanitari e anche l’appello di Caritas Internationalis”.
La Chiesa quindi si è mobilitata in ogni modo, “di concerto” con le organizzazioni islamiche perché la maggioranza di questi profughi, va ricordato, è musulmana. “Ci sono state storie di grande speranza e solidarietà, che veramente - aggiunge il responsabile della redazione Asia dell’agenzia Fides - rappresentano oggi il bene in questa tragica situazione. Storie di accoglienza in cui famiglie musulmane hanno accolto profughi cristiani e viceversa: famiglie cristiane che hanno accolto, sfamato e garantito ospitalità per oltre cinque mesi a famiglie musulmane, rafforzando questo legame di solidarietà e convivenza, fondamentale in un territorio come quello di Mindanao”.
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