Malta. Mons. Scicluna su omicidio Galizia: difendere la verità
Malta è scossa per l’omicidio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista e blogger maltese uccisa ieri da un’autobomba a Bidnija. Quindici giorni fa aveva presentato denuncia alla polizia dopo aver ricevuto minacce di morte.
Galizia aveva lavorato ai MaltaFiles, l'inchiesta internazionale che indicava l’isola come lo Stato mediterraneo “che fa da base pirata per l'evasione fiscale nell'Unione Europea". Lascia il marito e tre figli di cui uno, Matthew, membro del Consorzio Internazionale di Giornalismo Investigativo premiato col Pulitzer per il grande lavoro sui Panama Papers, che aveva visto la madre Daphne impegnata sul filone maltese, in particolare sul coinvolgimento di personalità locali e sui rapporti tra l’Azerbaigian e il Governo di La Valletta.
Ferma condanna per l'assassinio della giornalista è stata espressa da mons. Charles Scicluna, arcivescovo di Malta. Ascoltiamo il presule al microfono di Fabio Colagrande:
R. - La perdita di Daphne Caruana Galizia ci colma di tristezza ma anche di determinazione per continuare a difendere la democrazia fino alla fine. La libertà di espressione e l’incolumità dei giornalisti sono pilastri di ogni democrazia e noi, come popolo maltese, siamo determinati a continuare a promuovere non solo il bene vivere tra di noi ma anche i principi saldi della democrazia.
D. - Lei ha lanciato un appello affinché questo avvenimento non scateni degli attacchi reciproci: cosa significa?
R. - E’ il momento dell’unità nazionale perché un assalto alla libertà coinvolge tutti. Noi dobbiamo essere uniti per garantire a tutti i costi non solo la libertà ma anche il dono più prezioso che è la vita.
D. - Quindi è un momento molto delicato per il Paese?
R. – Molto delicato ma direi anche un momento forte, di grande emozione e di grande tensione. Non dobbiamo perdere la speranza e nemmeno essere intimiditi da qualcuno che vuole azzittire tutti perché la logica della violenza abbia la meglio. Non lo permetteremo mai.
D. – Lei ha invitato anche tutti i giornalisti a continuare a difendere la verità senza paura…
R. - Se non lo fanno, la diamo vinta a chi voleva chiudere la bocca a una vittima innocente uccidendola. Sarebbe la vittoria dell’arroganza, della prepotenza sul modesto ma essenziale lavoro dei giornalisti che sono in prima linea nella ricerca della verità.
D. - Daphne Caruana Galizia lavorava per denunciare soprattutto i fenomeni di corruzione, un male contro il quale Papa Francesco si è scagliato più volte…
R. – Il Papa ha delle parole di fuoco contro la corruzione. Questo è un invito che coinvolge tutti noi. Tutti dobbiamo combattere il male che c’è nel nostro egoismo e dobbiamo difendere quelli che chiedono la responsabilizzazione dell’apparato di Stato.
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