Corea del Nord: le nuove sanzioni dell’Onu sono un “atto di guerra”
Michele Raviart - Città del Vaticano
Le nuove sanzioni delle Nazioni Unite contro la Corea del Nord sono “un atto di guerra contro di noi”. La prima reazione ufficiale ai nuovi provvedimenti imposti dall’Onu a Pyongyang arriva dal ministro degli Esteri nordcoreano, che in una nota denuncia “una violenta violazione della nostra Repubblica e un atto di guerra che distrugge la pace e la stabilità della penisola coreana e di una vasta regione”. Sotto accusa anche gli Stati Uniti, promotori della risoluzione. Sono “terrorizzati per la storica realizzazione del completamento della nostra forza nucleare e stanno diventando sempre più deliranti nelle mosse per imporre sanzioni sempre più severe e pressioni sul nostro Paese”, si legge ancora nella nota, che aumenta ulteriormente la tensione tra i due Paesi.
Limitate le importazioni di petrolio e derivati
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità venerdì scorso nuove misure contro il regime di Kim Jong-un, a tre settimane dal test missilistico che avrebbe certificato la capacità della Corea del Nord di colpire gli Stati Uniti. Limitata a 4 milioni di barili all’anno l’importazione di petrolio, vitale per lo sviluppo del programma missilistico e nucleare. Ridotte da 2 milioni a 500 mila barili l’anno anche le forniture dei prodotti derivati dal greggio, come diesel e cherosene. A garanzia di queste limitazioni il fatto che tutti Paesi potranno intercettare, ispezionare, bloccare e confiscare le navi sospettate di trasportare merci illegali provenienti o diretti verso la Corea del Nord. Stabilito anche il rimpatrio dei cittadini nordcoreani fedeli al regime che lavorano all’estero.
Per l’Ue probabili nuove sanzioni nel 2018
Le nuove sanzioni saranno incorporate il prima possibile nella legislazione europea, ha affermato un portavoce dell’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini. Si considera inoltre la possibilità di considerare altre sanzioni autonome per aumentare la pressione sulla Corea del Nord ed è “verosimile che ulteriori misure saranno adottate ad inizio 2018”. “L’unica soluzione fattibile”, ribadisce il portavoce “rimane un dialogo credibile tra Pyongyang e la comunità internazionale”.
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