Rapporto Fao-Pam: cresce la fame nel mondo per le guerre. Yemen in cima a lista nera
Roberta Gisotti – Città del Vaticano
“Le persone che soffrono la fame non possono più aspettare né dovrebbero accontentarsi di un’azione inadeguata”: le parole severe del Papa rivolte ieri ai leader dei Paesi dell’Unione Africana, riuniti ad Addis Abeba in Etiopia, trovano drammatico riscontro nel Rapporto sulla sicurezza alimentare globale, elaborato dalle due agenzie delle Nazioni Unite, incaricate di studiare e contrastare la fame nel mondo. Fao e Pam lanciano al Consiglio di sicurezza dell’Onu un gravissimo allarme.
815 milioni di affamati nel mondo, per oltre metà in zone di conflitto
L’intensificarsi dei conflitti in Asia, in Africa, in America, perfino in Europa è infatti la causa principale del recente aumento della fame nel mondo, dopo decenni di costante declino. Il numero delle persone affamate è salito a 815 milioni nel 2016 rispetto ai 777 milioni del 2015. E la maggior parte, 489 milioni, vive in zone di conflitto.
16 Stati in situazione di grave crisi alimentare
16 i Paesi compresi nello studio, nove in Africa (Burundi, Repubblica centrafricana, Repubblica democratica del Congo, Guinea Bissau, Liberia, Mali, Somalia, Sudan, Sud Sudan), cinque in Asia (Afghanistan, Iraq, Libano, Siria, Yemen), uno in Europa (Ucraina) ed uno in America Latina (Haiti), oltre alla regione transfrontaliera del lago di Ciad. In questi confini buona parte della popolazione soffre la fame.
Yemen: 6 abitanti su 10 non hanno cibo per vivere
In otto delle Nazioni monitorate, un quarto o più degli abitanti sono colpiti da insicurezza alimentare e rientrano nella categoria di crisi acuta ed emergenza per mancanza di cibo. In cima alla lista nera degli Stati ‘affamati’ è lo Yemen, dove imperversa da tre anni una guerra civile, che ha ridotto alla fame 17 milioni dei suoi abitanti, il 60% della popolazione. A seguire Sud Sudan con 4,8 milioni (45%); Siria 6,5 milioni (33%); Libano 1,9 milioni (33%), a causa del grande numero di rifugiati siriani; Repubblica centrafricana 1,1 milioni (30%); Ucraina 1,2 milioni (26%); Afghanistan 7,6% (25%); Somalia 3,1 milioni (25%). Con percentuali minori ma di assoluta gravità per l’alto numero di persone colpite da fame acuta anche Repubblica democratica del Congo (7,7 milioni); Sudan (3,8 milioni); Iraq (3,2 milioni); bacino del Lago di Ciad (2,9 milioni); Burundi (1,8 milioni); Haiti (1,3 milioni). In massima parte di questi Paesi guerre, conflitti e scontri, anche in aree confinanti, hanno acuito la povertà e la possibilità di accedere al cibo o nutrirsi a sufficienza.
Fornire cibo non basta, bisogna pacificare
Fao e Pam chiedono quindi al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di sostenere gli sforzi per portare gli aiuti alimentari necessari e fornire la dovuta assistenza alle comunità, ma insieme di promuovere attività per risolvere e prevenire i conflitti e pacificare le popolazioni. Solo una pace duratura può infatti garantire uno sviluppo sostenibile e rilanciare l’obiettivo di eradicare la fame nel mondo.
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