Haiti: 8 anni dopo il terremoto che ha distrutto il Paese
Barbara Castelli – Città del Vaticano
Il 70% della popolazione non ha lavoro; ogni ora 2 bambini sotto i 5 anni muoiono per malnutrizione e malattie curabili; un ragazzo su 4 non va a scuola. Sono i numeri che raccontano oggi Haiti, uno tra i Paesi più poveri al mondo, dove già prima del terremoto del 12 gennaio 2010 la situazione era critica.
Un anniversario ancora drammatico
La scossa sismica che ha portato distruzione in tutto il Paese, in particolar modo nella capitale Port-au-Prince, ha causato anche 230.000 morti, 300.000 feriti e un milione di sfollati. Una realtà dalla quale Haiti fatica ancora a rialzarsi, come ci ha raccontato Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Francesca Rava - NPH Italia Onlus, che aiuta l’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo, tramite adozioni a distanza, progetti, attività di sensibilizzazione sui diritti dei bambini, volontariato (https://www.nph-italia.org/cosafacciamo/haiti/). “La vera ricostruzione di Haiti – ha detto – ancora non è partita: non ci sono strade, non c’è distribuzione di energia elettrica, non c’è distribuzione di acqua potabile”.
Da 30 anni in prima linea per dare aiuto
La Fondazione Francesca Rava - NPH Italia Onlus, insieme con la Fondazione Saint Luc di Haiti, è presente nel Paese dal 1987, sotto la guida del medico padre Rick Frechette, con una serie di progetti in campo sanitario, educativo e di accoglienza ai bambini orfani o in disperato bisogno. “Curiamo oltre 80.000 bambini l’anno, insieme con le loro famiglie – ha proseguito Mariavittoria Rava nell’intervista – ci dedichiamo molto anche all’educazione, in modo che ad Haiti ci possa essere un reale cambiamento. Noi cerchiamo di dare loro cibo, un tetto e amore. E soprattutto cerchiamo di scoprire i loro talenti, con le cosiddette ‘scuole vocazionali’”.
L’educazione rende liberi
La Fondazione Francesca Rava - NPH Italia Onlus sostiene ad Haiti una serie variegata di progetti, tra cui tre ospedali, due centri di riabilitazione per bambini disabili, due case orfanotrofio, 33 scuole di strada, il centro produttivo e di formazione professionale Francisville – città dei mestieri. “Il più grande segno di povertà e miseria – ha insistito la presidente Mariavittoria Rava – è proprio quello di non poter essere educati. Senza educazione non si possono reclamare i propri diritti, non si può trovare un lavoro. Tutti questi bambini desiderano avere un futuro e sono pronti a lavorare per questo. Si tratta di persone che, una volta formate, anche come medici e infermieri, poi tornano ad Haiti. Questo fa la differenza e rende queste persone libere”.
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