Siria: forze di Damasco lanciano offensiva su Idlib
Marco Guerra – Città del Vaticano
Le forze governative siriane e le milizie loro alleate hanno lanciato un’offensiva militare nella provincia nord-occidentale di Idlib, la più grande in Siria ancora sotto il controllo dei ribelli, alcuni dei quali collegati ad al Qaeda.
Apprensione per una nuova possibile emergenza umanitaria
Al momento fonti locali non riportano un bilancio delle vittime, tuttavia preoccupa la fuga di migliaia di civili che sono ora in fuga verso nord, in direzione del confine turco, aree dove in questo periodo dell’anno vigono temperature freddissime.
La provincia di Idlib ospita oltre due milioni di persone, comprese migliaia rifugiatesi a seguito di combattimenti in altre parti della Siria. Si teme quindi che l’offensiva possa creare perdite su larga scala e una nuova emergenza umanitaria, con migliaia di profughi. Attivisti dell’opposizione riferiscono che i ribelli sono stretti tra il fuoco dei bombardamenti russi, gli attacchi delle truppe di Damasco e quelli della rimanenti sacche dei militanti dello Stato islamico.
Gli obiettivi dell’operazione
L'operazione era stata in qualche modo anticipata la scorsa settimana da Serghiei Lavrov, ministro degli Esteri della Russia, principale alleato del governo di Assad insieme all'Iran, che, nell'annunciare la fine delle operazioni contro il sedicente Stato Islamico, aveva predetto che ora ci si sarebbe concentrati contro le milizie collegate ad al Qaida. Secondo gli osservatori non è chiaro fino a che punto l'attuale lo sforzo miri a raggiungere e riconquistare l'intera provincia, un obiettivo che potrebbe richiedere un processo lungo e sanguinoso. Dal canto loro, gli attivisti dell'opposizione dicono che l'obiettivo principale per ora sembra essere la vasta base aerea dei ribelli di Abu Zuhour, sul confine sud-orientale della provincia, e assicurare la strada tra Damasco-Aleppo che attraversa la provincia di Idlib.
Le preoccupazioni di Israele
Negli ultimi giorni, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha parlato con alcuni leader europei dei pericoli che scaturiscono dalle attività iraniane in Siria e la possibilità che esse in definitiva accrescano l'esodo da quel Paese di esuli verso l'Europa. In un comunicato ufficiale l'ufficio del premier si limita a confermare che nel corso di quelle conversazioni sono stati esaminati “la situazione nella Regione e gli sviluppi in Iran”.
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