Congresso di pace a Sochi sulla Siria, mons. Audò: triste l'assenza dei curdi
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Le speranze per la pace in Siria sono legate, in queste ore, al Congresso del Dialogo nazionale siriano, apertosi stamani a Sochi, in Russia. In un messaggio, il Presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato che questa iniziativa può essere un’opportunità per sradicare il terrorismo nel martoriato Paese, dove a causa della guerra sono morte, finora, oltre 340 mila persone. “Ci sono le condizioni – ha scritto Putin - per voltare questa pagina tragica della storia della Siria”. “Solo i siriani – ha aggiunto - possono determinare il futuro del loro Paese”. Ma in Siria, in particolare nelle regioni settentrionali, si continua a combattere e la strada dei colloqui si rivela, ancora una volta, densa di ostacoli. Aprendo i lavori a Sochi, il ministro degli Esteri russo Lavrov è stato interrotto, in più occasioni, da alcuni partecipanti che hanno accusato Mosca di aver provocato la morte, con i raid aerei condotti in Siria, di numerosi civili.
Assenti a Sochi i rappresentanti curdi
L’obiettivo principale del Congresso è quello di concordare un meccanismo per scrivere una nuova Costituzione della Siria. Sono oltre 1.600 i delegati, in rappresentanza di tutti gli strati della società siriana, invitati a prendere parte all'evento. E’ presente anche l'inviato speciale dell'Onu, Staffan de Mistura. Ma il Congresso, organizzato da Russia, Iran e Turchia, si è aperto con assenze rilevanti. Non partecipano, infatti, alcuni gruppi dell’opposizione che hanno contestato, tra l’altro, la decisione di esporre, durante i colloqui, la bandiera del governo di Damasco. Assenti anche i rappresentanti delle forze curde. Queste denunciano, in particolare, l'offensiva nel nord della Siria nell’enclave curda di Afrin. In questa regione prosegue, infatti, l'offensiva turca contro varie formazioni curde, considerate da Ankara organizzazioni terroristiche e accusate di aver istituito uno Stato autonomo al nord del Paese.
Mons. Audo: si incoraggi tutto quello che porta alla pace
Soffermandosi sul Congresso di Sochi, mons. Antoine Audò, vescovo di Aleppo e presidente di Caritas Siria, sottolinea come sia molto positiva “ogni cosa che aiuta il dialogo tra siriani”. “E’ una cosa molto positiva e dobbiamo incoraggiare – spiega il vescovo di Aleppo - questo movimento di unione e non incoraggiare tutto quello che non aiuta alla pace”- Il presule aggiunge che la mancanza di rappresentanti curdi al Congresso di Sochi “è una cosa triste”. “C’è una situazione molto delicata nella regione di Afrin e non si sa – aggiunge - quale sarà il futuro”. “I cristiani – sottolinea poi il presidente di Caritas Siria - non hanno il peso politico e numerico per poter essere presenti” sulla scena politica siriana. “Siamo diventati piuttosto deboli - osserva - a causa del fenomeno dell’emigrazione e della crisi economica”. Mons. Audò ricorda infine che la situazione sul terreno è molto cambiata: “Ad Aleppo, da un anno, non ci sono più bombardamenti sulla città e si comincia a lavorare e a costruire. Al contrario, Damasco è ancora sotto i bombardamenti, soprattutto nel quartiere cristiano”. “In generale – conclude il presule - c’è una volontà di pace, di riconciliazione e c’è un po’ più di speranza… La situazione è migliorata rispetto a prima”.
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