Lo sport al servizio della pace al centro della Giornata mondiale della Radio
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
E' il 1946 e con questo messaggio si apre la prima trasmissione radiofonica dagli studi dell'Onu: "Qui, sono le Nazioni Unite che parlano ai popoli di tutto il mondo". Oggi, nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Radio, quel messaggio universale riecheggia con tutto il suo carico di speranza.
Incoraggiare una copertura diversificata ed equilibrata degli eventi sportivi. Promuovere le iniziative sportive al servizio della pace e dello sviluppo. Concentrarsi sui valori universali della non violenza e della solidarietà. Sono questi gli obiettivi dell’odierna Giornata mondiale della Radio, un mezzo che nonostante l'avvento di Internet, continua ad essere in tutto il mondo uno straordinario strumento di espressione. Nel 2012 l’Unesco ha istituito tale Giornata per ricordare l’anniversario della prima trasmissione delle Nazioni Unite, avvenuta il 13 febbraio del 1946. Il tema di quest’anno, “Radio e sport”, è stato scelto in vista degli importanti eventi sportivi che si svolgeranno durante il 2018.
Il messaggio del segretario generale dell’Onu
Nel messaggio per questa Giornata, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ricorda il ruolo cruciale di questo fondamentale mezzo di comunicazione: Radio reaches the widest audience in the world… La radio – sottolinea il segretario generale dell’Onu - raggiunge il più vasto pubblico del mondo e conserva il suo potere di intrattenere, educare, informare e ispirare. Può unire le comunità e dare voce agli emarginati. Quest'anno, con le Olimpiadi Invernali, possiamo anche riconoscere i molti modi in cui le trasmissioni sportive riuniscono le persone. In occasione della Giornata mondiale della radio – spiega Guterres - celebriamo sia la radio che gli sport come modi per aiutare le persone a raggiungere il loro pieno potenziale.
Italo Cucci: la radio coglie la bellezza dello sport
Il noto giornalista sportivo Italo Cucci osserva poi che il racconto dello sport attraverso la radio si riempie di un fascino e di una bellezza che altri mezzi non possono eguagliare.
“Sorella radio” e “mamma radio” – sottolinea - sono quelle che fanno bello lo sport. “A volte la televisione ti mostra purtroppo anche il brutto: lo sport della maleducazione, in particolare nel calcio; della violenza, ecc. La radio ha il potere di sublimare, di lasciare un sentimento diverso nel suo racconto”. Ho ancora un’immagine – ricorda Italo Cucci - del mitico Niccolò Carosio seduto a un tavolino a bordo campo, che racconta la partita”. “La radio è quella che ti porta in casa, dove sei, in viaggio, dappertutto. La notizia che aspetti. La voce che aspetti. Pensate alle grandi voci della radio, come Enrico Ameri, Nando Martellini, Sandro Ciotti, Ezio Luzzi: tutti quelli che ci hanno accompagnato nel mitico calcio minuto per minuto. Così come Mario Ferretti nei grandi racconti del ciclismo. Questa è la radio. Questa è la grande radio”.
La Radio Vaticana e lo sport
Anche l’emittente del Papa propone una sua peculiare lettura della cronaca sportiva. Luca Collodi, coordinatore di Radio Vaticana Italia, sottolinea che “la radio sullo sport oggi è ancora forte: forse più forte dei Social, di Internet perché la voce batte tutti: la voce appassiona”. E anche la Radio Vaticana - ricorda – già dal 2002, con la rubrica “Non solo Sport”, affronta il tema dello sport.
Lo sport attraverso gli occhi del magistero della Chiesa
“Proponiamo – spiega il coordinatore di Radio Vaticana Italia - una lettura dello sport diversa, naturalmente con gli occhi del magistero sul mondo: quella di uno sport che è occasione di comunità, di crescita. E andiamo ad approfondire non tanto temi tattici o tecnici dello sport. Parlare di sport in una radio cattolica, come Radio Vaticana, che guarda con gli occhi del Papa al mondo, ha un grande valore: lo sport oggi fa incontrare le persone.
Lo sport come chiave pastorale
“Non ci dimentichiamo – conclude Luca Collodi - che quando si mette un pallone in mezzo a un campo, in tutte le parti del mondo la gente sorride, si guarda, si conta, si formano le squadre e ci si confronta. Lo sport è veramente una chiave pastorale che è fortemente umana e ha un grande valore religioso: quello dello stare insieme”.
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