Siria: i combattimenti nella Ghouta orientale violano la tregua
Michele Raviart – Città del Vaticano
In Siria continuano i combattimenti nella Ghouta orientale, alla periferia di Damasco, nonostante la tregua umanitaria voluta dalla Russia. Le forze governative stanno avanzando nell’area, una delle ultime roccaforti dei ribelli siriani. Alcuni bombardamenti sono cominciati in mattinata, un’ora prima dell’inizio della tregua, ma i combattimenti sono durati tutta la giornata, come affermano fonti locali. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria dal 18 febbraio sono 588 i morti nel quartiere dall’inizio dei bombardamenti delle forze guidate dall’esercito di Assad, cominciati il 18 febbraio scorso.
La preghiera del Papa e la condanna del World Council of Churches
Anche questa mattina, al termine dell’’udienza generale, il Papa ha chiesto di pregare per i fratelli siriani, dopo che anche domenica scorsa aveva rivolto un pensiero per “l’amata e martoriata Siria”. Un allarme è stato lanciato anche dal World Council of Churches, organo ecumenico che raccoglie oltre 300 denominazioni cristiane, principalmente ortodosse e protestanti. “Il World Council of Churches”, si legge in un comunicato riportato dall’Osservatore Romano, “è ferito e scioccato per la tremenda situazione che sta colpendo la popolazione siriana”. “Il susseguirsi dell’offensiva militare dell’esercito siriano contro i civili e il divieto di un possibile accesso degli aiuti umanitari alla popolazione civile, che vive in continuo stato di assedio da cinque anni, è moralmente ed eticamente inaccettabile”, si legge ancora nel comunicato. “È un offesa, un affronto, a tutte le norme stabilite dal diritto internazionale e umanitario”.
L’Ue scrive a Russia, Iran e Turchia
Intanto, sul piano diplomatico, l’Alto rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini, ha inviato una lettera ai ministri degli Esteri russo, iraniano e turco, in cui ha chiesto una “piena attuazione della risoluzione dell’Onu”, dello scorso 24 febbraio e lo stop dei combattimenti nella Ghouta orientale. “Ora è vitale per la popolazione civile che le parti attuino un’autentica pausa umanitaria per almeno 30 giorni consecutivi in tutta la Siria”, si legge nella lettera. "Ciò consentirà di fornire aiuti umanitari sicuri, gestiti dalle Nazioni Unite, nonché servizi e evacuazioni mediche per i malati e i feriti, in conformità con il diritto internazionale applicabile".
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