Nello Yemen in conflitto niente scuola per migliaia di bambini
Adriana Masotti - Città del Vaticano
“Noi, i bambini dello Yemen, stiamo disperatamente cercando di sopravvivere. Andiamo a letto con il rumore degli aerei da guerra sopra le nostre teste e quello delle armi nelle strade”. Comincia così l’appello di 17 bambini e ragazzi yemeniti ai quali Save the Children ha voluto dare voce a tre anni dall’inizio del conflitto nel loro Paese. Sono tutti membri del Parlamento dei Bambini dello Yemen, supportato da uno dei partner locali dell’Organizzazione internazionale ma che, dallo scorso anno, è stato costretto a sospendere le attività.
I ragazzi dello Yemen: non dimenticateci
I ragazzi chiedono alla comunità internazionale di non dimenticare la guerra che, senza il rispetto di alcuna regola, sta devastando il loro Paese e le loro vite. “Stiamo perdendo la possibilità di studiare, perché le nostre scuole sono state distrutte – scrivono ancora nella loro lettera - . Ci vengono negati i nostri diritti primari, come la salute, la sicurezza e la nostra stessa vita”.
Dati drammatici da Save the Children
Nello Yemen dall’ inizio del conflitto più di 2 mila bambini hanno perso la vita, oltre 3000 sono rimasti feriti. Quasi 2 milioni non vanno a scuola, 4 milioni soffrono di malnutrizione acuta e 11 milioni hanno bisogno di aiuti umanitari.
Per tenere alta l’attenzione su di loro Save the Children ha istallato, in un parco giochi di Roma, un kalashnikov gigante con tutt’intorno sacchi di sabbia che delimitano trincee, elmetti e segnali di pericolo mine a rappresentare un vero e proprio scenario di guerra a forte impatto visivo.
Reclutamento e matrimoni precoci
Dall' ottobre 2016, denuncia in un comunicato l’ONG, sono stati più di 600 i casi di minori, anche di 10 anni di età, reclutati da tutte le parti in conflitto. E reclutamento forzato e matrimoni precoci sono le conseguenze principali a cui i giovanissimi sono esposti proprio a causa della mancanza di istruzione. I bambini che una volta sentivano di avere un futuro, – dichiara Tamer Kirolos, direttore di Save the Children in Yemen - hanno visto le loro città e i loro sogni ridursi in macerie, centinaia di scuole sono state attaccate o rase al suolo.
La denuncia dell'Unicef
Sul tema dell’educazione scolastica in un comunicato dell'Unicef si legge: “Più di 2.500 scuole sono fuori uso, con due terzi danneggiate dagli attacchi, il 27% chiuse e il 7% utilizzate per scopi militari o come rifugi per gli sfollati. Nel frattempo, quasi tre quarti degli insegnanti delle scuole pubbliche non sono stati retribuiti per più di un anno, mettendo a grave rischio l'istruzione di altri 4,5 milioni di bambini”. E Meritxell Relaño, rappresentante UNICEF in Yemen afferma: "Anche il percorso per andare a scuola è diventato pericoloso, perché i bambini rischiano di essere uccisi durante il viaggio. Temendo per la loro sicurezza, molti genitori scelgono di tenerli a casa. La mancanza di accesso all'istruzione ha spinto i bambini e le famiglie verso alternative pericolose, tra cui il matrimonio precoce, il lavoro minorile e il reclutamento nei combattimenti.
Stop alla guerra e ripresa delle scuole
Ciò di cui c'è bisogno "è la volontà politica di tutte le parti in conflitto per porre fine allo spargimento di sangue" e togliere il blocco agli aiuti umanitari, afferma Save the Children. Porre fine alla guerra e a tutte le gravi violazioni contro i bambini sono “un imperativo assoluto se vogliamo che i bambini dello Yemen riprendano a studiare”, si legge infine nel comunicato dell’Unicef, ma anche “pagare gli Insegnanti, fermare gli attacchi contro le scuole e in generale aumentare i finanziamenti per l'istruzione.
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