Italia. La politica discute su lotta alla povertà. La Caritas: no a inutili divisioni
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
In Italia, a pochi giorni dall’avvio delle consultazioni per la formazione del nuovo governo, le forze politiche si confrontano sul reddito di cittadinanza.
Il dibattito tra i partiti
Il deputato M5S Lorenzo Fioramonti, indicato da Luigi Di Maio come potenziale ministro dello Sviluppo Economico in un governo pentastellato, dice che il reddito di inclusione, il Rei introdotto dal governo Gentiloni, è una versione "primordiale, zoppa e limitata" del reddito di cittadinanza, punto cardine del programma di governo del Movimento 5 Stelle.
Il deputato del Pd Edoardo Patriarca risponde che "qui non c'è nulla di zoppo, ma un sostegno che quando eravamo al governo abbiamo pensato per sostenere le fasce più povere della popolazione, con un crescendo di interventi".
Intanto la Lega di Salvini apre al reddito di cittadinanza, ma solo temporaneo per chi ha perso il lavoro ed è in attesa di trovarne uno nuovo.
Costruire invece che distruggere
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti aggiunge: "Un consiglio al prossimo governo? Non perda mesi ed energie a distruggere quel che è stato fatto, perché poi rischia di non avere ne' tempo ne' risorse per costruire qualcosa di nuovo. Se si hanno idee forti, si può dimostrarlo benissimo partendo dagli strumenti esistenti, rafforzandoli e migliorandoli".
Secondo Francesco Marsico, responsabile dell'area nazionale della Caritas italiana “il Rei va rafforzato, e il tema del contrasto alla povertà va sottratto a una sterile contrapposizione tra le forze politiche”.
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