Cerca

Mons. Shomali: in Siria raccontata solo una parte di verità

Il Vicario Patriarcale per la Giordania riferisce dei bombardamenti in corso a Damasco lanciati da governativi e ribelli. Appello alla pace dalle trappiste di Azeir

Marco Guerra - Città del Vaticano

“La crisi siriana non è solo fra belligeranti siriani ma tra le diverse prospettive dell’America, dell’Europa e della Russia”. Mons. William Shomali, vicario patriarcale per la Giordania in questi giorni a Roma per la prossima visita ad Limina, parla della guerra in Siria e dei profughi fuggiti in questi anni in Libano e Giordania. Riguardo i massacri di queste settimane nel Ghuta, popoloso sobborgo di Damasco controllato dai ribelli, Shomali denuncia il fatto che l’Occidente racconta “solo una parte della verità”. “Si parla dei 600 morti provocati dai bombardamenti governativi – spiega il vicario patriarcale per la Giordania-, ma non dei 600 morti causati dal bombardamento dei ribelli”.

Le parole di Shomali arrivano all’indomani della pubblicazione del messaggio inviato all'Agenzia Fides dalle monache trappiste che vivono ad Azeir, un piccolo villaggio siriano sul confine col Libano, a metà strada fra Homs e Tartus.

Appello per la pace delle suore trappiste

Le trappiste lanciano un appello per la fine della guerra e ricordano anche loro che la parte di Damasco controllata dal governo, visitata più volte dalle religiose, è colpita dai continui lanci di bombe provenienti dal Gutha e che questo impedisce ai bambini di andare a scuola.

Le sorelle trappiste riferiscono inoltre che nel Gutha  sono perseguitati i civili che non appoggiavano i jihadisti: “Sono stati messi in gabbie di ferro: uomini, donne, esposti all’aperto e usati come scudi umani”. Ad ogni modo, le religiose pregano per tutte le parti in conflitto anche “per i  jihadisti, perché ogni uomo che sceglie il male è un figlio perduto”.

Onu denuncia crimini di Russia e Usa

Intanto il rapporto della Commissione dell'Onu sui crimini di guerra in Siria denuncia che nei mesi scorsi la Russia e la Coalizione a guida Usa sono stati “responsabili dell'uccisione di decine di civili” e che Damasco ha “usato almeno tre volte gas tossici in attacchi nel Ghuta orientale”. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria parla invece di altri 80 civili uccisi oggi nei bombardamenti sul Ghuta. Secondo indiscrezioni riportate dal Washington Post, l'amministrazione Trump starebbe prendendo in considerazione un'azione militare contro il regime siriano come risposta alle notizie sull'uso reiterato di armi chimiche.

Infine si segnala che l'atteso summit sulla Siria dei leader dei 3 Paesi garanti del processo di Astana - Russia, Turchia e Iran - si svolgerà a Istanbul a inizio aprile. Lo ha confermato stamani il portavoce del ministero degli Esteri di Ankara, senza indicare un giorno preciso.

 

 

 

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

06 marzo 2018, 15:16