25 Aprile, Partigiani Cristiani: sia una Festa inclusiva
Salvatore Tropea – Città del Vaticano
Si celebra oggi in Italia il 73.mo anniversario della Festa della Liberazione, nel ricordo dell’affrancamento del Paese dall’occupazione nazista e dal regime fascista. Questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha passato in rassegna il picchetto d’onore e ha salutato i rappresentanti delle associazioni combattentistiche all’Altare della Patria, in Piazza Venezia, rendendo poi omaggio al Milite Ignoto.
I cattolici nella Resistenza
“La Resistenza va concepita come un mosaico di vari gruppi e formazioni partigiane, dove i cattolici furono più numerosi di quanto in realtà si pensa". E' quanto sottolinea Maurizio Gentilini, segretario Nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, intervistato da Luca Collodi. Anche i cristiani parteciparono alla lotta armata, ma quello che Gentilini evidenzia è “l’enorme numero di chi, tra i cattolici, partecipò alla resistenza sociale e civile, quindi nella quotidiana disobbedienza all’occupante”. In particolare il ruolo dei cattolici si espresse nel supporto logistico, in quella che viene spesso chiama “la resistenza senza fucile”.
Vescovi, sacerdoti e religiosi tra i partigiani
Maurizio Gentili ricorda poi l’impegno di tantissimi sacerdoti e religiosi, ma anche di alcuni alti prelati coraggiosi “come mons. Placido Nicolini, vescovo di Assisi e il cardinale Elia Dalla Costa, arcivescovo di Firenze”. Ci fu infatti una vera e propria rete che arrivò a coordinare gli aiuti e il supporto alla Resistenza – anche a quella combattente – “attraverso parrocchie, canoniche e realtà religiose”.
La Costituzione simbolo della Resistenza
Il 2018 è anche il 70.mo anniversario della Costituzione, come ricorda il segretario dell’Anpc. “È proprio la Carta costituzionale – ricorda Gentilini – che ci deve far recuperare il senso della festa e superare le troppe divisioni”, che durante la Resistenza portarono anche alla deriva “delle vendette personali e ideologiche”. Infatti, precisa Gentilini, "la Resistenza non può e non deve diventare appannaggio e feudo soltanto di alcuni"•
Una data spartiacque
Il 25 aprile del 1943 coincise con l’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della Repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano, dopo che la popolazione si era ribellata e i partigiani avevano organizzato un piano coordinato per riprendere il controllo delle città. La decisione di istituire questo giorno come “Festa della Liberazione” fu presa il 22 aprile del 1946, quando il governo italiano provvisorio guidato da Alcide De Gasperi stabilì, con un decreto, che il 25 aprile dovesse essere giorno festivo. La data fu fissata in modo definitivo con la legge n. 260 del 27 maggio 1949.
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