Siria. Acs: “Appello del Papa non rimanga inascoltato”
Federico Piana – Città del Vaticano
Non lasciar cadere nel vuoto l’ennesimo appello di Papa Francesco sulla Siria. Lo chiede a gran voce la fondazione pontificia ‘Aiuto alla Chiesa che soffre’ (Acs) all’indomani delle parole pronunciate dal Pontefice nel Regina Coeli: “Si percorra la via del negoziato, la sola che può portare a una pace che non sia quella della morte e della distruzione”.
La voce del Papa unico grido contro la ‘diplomazia dell’ipocrisia’
Alessandro Monteduro, direttore generale di Acs, ha ancora in mente la notizia dei cento morti per il gas a Duma, città sotto assedio. Parla con la voce piena d’emozione: “Sulla Siria c’è un tasso elevato d’ipocrisia. L’attacco con le armi non convenzionali, il gas, oggi fa notizia in tutto il mondo. Eppure, non la fanno le centinaia di morti di ogni giorno, uccisi dalle cosiddette bombe convenzionali. L’unico a non usare ‘l’arma’ dell’ipocrisia, in voga nelle diplomazie internazionali, è il Santo Padre. Che per l’ennesima volta è tornato a lanciare un grido disperato. Troppe volte inascoltato”.
I cristiani, minoranza ancora più sofferente
I cristiani soffrono ancora di più. “Perché non solo patiscono le conseguenze della guerra come tutto il resto della popolazione ma anche perché sono minoranza” denuncia Monteduro. “Non possiamo non ricordare i tanti ministri di Dio uccisi nel tentativo di sviluppare il dialogo per la pace alla quale proprio Papa Francesco si richiama”. Poi Monteduro rievoca un anniversario: “Quello di due giorni fa nel quale abbiamo ricordato l’assassinio, nel 2014, di un sacerdote olandese ad Homs, ultimo prete cristiano presente in città. Senza dimenticare le recenti stragi nelle cittadine dove si parla ancora la lingua di Gesù, l’aramaico. Sofferenza che si somma a sofferenza, dolore a dolore. Per questo chiedo al mondo di affidarsi alla leadership e alla saggezza di Papa Francesco. L’unico in grado di poter risolvere il problema”.
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