Elezioni in Colombia: è ballottaggio
Federico Piana - Città del Vaticano
Nelle elezioni presidenziali colombiane di domenica scorsa Ivan Duque, candidato conservatore del ‘Centro Democratico’, vince ma non stravince. Si ferma a poco più del 39% dei voti e dovrà vedersela al ballottaggio con Gustavo Petro, espressione della sinistra radicale ed ex sindaco di Bogotà, rimasto fermo al 25%. Nella campagna elettorale il vincitore di questa prima tornata aveva giudicato troppo morbido l’accordo di pace con le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – voluto fortemente dal presidente uscente Josè Manuel Santos nel 2016 – e promesso di modificarlo qualora fosse riuscito a sedere sullo scranno più alto del Paese.
Votazioni per la prima volta libere e sicure
Le consultazioni, le prime dopo l’accordo di pace con le Farc, si sono svolte in un clima sereno, di libertà. La conferma arriva da César Mauricio Velásquez, giornalista, scrittore ed ex ambasciatore della Colombia presso la Santa Sede. “Quella di ieri- dice- è stata una giornata elettorale democratica, nella quale i colombiani si sono sentiti per la prima volta liberi. L’alto numero dei partecipanti è storico. E tutto si è consumato in totale sicurezza”.
Le priorità del Paese: povertà e lotta al narcotraffico
Il prossimo presidente che uscirà dal ballottaggio previsto per il prossimo 17 giugno, avrà non pochi grattacapi politici da risolvere. Alcuni esplosivi: la sicurezza, la riforma del sistema fiscale, la riduzione delle diseguaglianze, il rapporto con gli ex guerriglieri e la pacificazione nazionale. “Una delle massime priorità, incandescente – spiega Velasquez- è la lotta al narco traffico. In Colombia ci sono molti gruppi impegnati nel commercio della droga i cui soldi finanziano bande violente. Questa sarà davvero una sfida imponente per il prossimo presidente”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui