Giornata mondiale della Croce Rossa: 17 milioni di volontari
Cecilia Seppia - Città del Vaticano
Da oltre 150 anni, l'8 maggio si festeggia la Giornata Mondiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, nel giorno della nascita del suo fondatore Henry Dunant. È un momento di festa, dedicato ai 17 milioni di volontari in tutto il mondo (150 mila in Italia), durante il quale le 190 Società Nazionali di ogni Stato, si attivano per avvicinare la cittadinanza al movimento della Croce Rossa e far conoscere le attività della più grande Associazione umanitaria al mondo.
Salvare vite
Tante le iniziative odierne, non solo celebrative e istituzionali ma anche culturali e formative. In particolare in Italia viene dato ampio spazio al tema del Primo Soccorso “Come salvare una vita con semplici pratiche”: l’intento è quello di sensibilizzare la popolazione su alcune nozioni fondamentali per poter intervenire in caso di necessità, in modo particolare sulle manovre salvavita pediatriche.
Volontario, Buon Samaritano
In questa giornata i volontari di tutto il mondo fanno memoria delle parole che il Papa ha rivolto loro, lo scorso 27 gennaio, quando ha incontrato la CRI in Aula Paolo VI. “La missione del volontario, chiamato a chinarsi su chiunque si trovi nel bisogno e a prestargli il proprio soccorso in modo amorevole e disinteressato - ha detto Francesco - richiama la figura evangelica del Buon Samaritano”, che non sottopone l’uomo ferito, malato, bisognoso ad esami preventivi, “non lo giudica e non subordina il suo soccorso a prerogative morali o religiose. Semplicemente lenisce le sue ferite”.
Umanità e imparzialità
Il Pontefice si è soffermato sui principi ispiratori dell’organizzazione, sanciti anche nello Statuto: umanità, imparzialità e neutralità, ha rimarcato il Pontefice sono fondamentali a coordinare e globalizzare i soccorsi nelle più diverse situazioni, dai terremoti, alle calamità naturali fino agli interventi in mare per il salvataggio dei migranti.
Queste tre parole siano sempre il senso della vostra missione: la costruzione di una reciproca comprensione tra le persone e i popoli, e la nascita di una pace duratura, che può fondarsi solo su uno stile di cooperazione, da incentivare in ogni ambito umano e sociale, e su sentimenti di amicizia. Chi infatti guarda gli altri con gli occhiali dell’amicizia, e non con le lenti della competizione o del conflitto, si fa costruttore di un mondo più vivibile e umano
Il ricordo dei "martiri"
Il pensiero del Papa e del mondo oggi è anche per coloro che nell’esercizio della propria missione di aiuto hanno perso la vita:
In verità non l’hanno persa, no, non l’hanno persa: l’hanno donata! Sono i vostri martiri, sono i vostri martiri. E Gesù ci dice che non c’è amore più grande che dare la vita per gli altri.
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