Mobilitazione internazionale per Noura, condannata a morte in Sudan
Francesca Sabatinelli - Città del Vaticano
Noura Hussein è stata condanna a morte per aver ucciso il marito. Aveva solo 13 anni quando fu data in moglie dai genitori ad un parente molto più grande di lei che la violentava ripetutamente. Si difese accoltellandolo. Oggi ha 19 anni ed è in carcere in Sudan.
Italians for Darfur e il caso Meriam
Per lei si sta mobilitando l’associazione Italians for Darfur che, in passato, si è interessata del caso di Meriam Ibrahim, la donna cristiana salvata dalla condanna a morte per apostasia e poi ricevuta da Papa Francesco nell’estate 2014. I legali e i consulenti di Noura, con i quali Italians for Darfur è in contatto, hanno presentato ricorso. L’organizzazione ha però lanciato una petizione per impedire che Noura finisca sul patibolo.
L’attenzione internazionale
La possibilità che la sentenza sia ribaltata c’è: “abbiamo avuto la dimostrazione col caso di Meriam che cambiare le cose è possibile”, dice Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, sottolineando quanto sia importante non abbassare l’attenzione. “In Sudan è legale lo stupro coniugale, è legale costringere una bambina di 10 anni a sposarsi, è legale impedire a una bambina di vivere la propria adolescenza. Purtroppo - conclude - non se ne parla”.
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