Nicaragua: avviato il Dialogo nazionale in un clima di tensione
Il Dialogo si svolge nel Seminario inter-diocesano Nostra Signora di Fatima, a ovest di Managua, protetto da un forte dispositivo di sicurezza, che copre fino a 1.000 metri intorno al Seminario, sede scelta dalla Conferenza Episcopale (Cen).
Vescovi, mediatori e testimoni
Dopo la presentazione da parte dei vescovi, chiamati in causa come “mediatori e testimoni” nel Dialogo, Ortega ha formalmente preso la parola. Poi è toccato alla società civile presentare le proprie idee e in seguito agli studenti. La vicepresidente Murillo, moglie di Ortega, ha dichiarato che esiste pieno accordo sul fatto che la "metodologia e l'organizzazione di questo Dialogo sono stabilite dalla Conferenza episcopale nicaraguense”.
Trovare soluzioni condivise
Nel Messaggio di presentazione pronunciato dal card. Brenes, arcivescovo di Managua, inviato all’Agenzia Fides, la Cen afferma: "Abbiamo accettato questa difficile e complessa sfida e ci siamo impegnati come mediatori e testimoni, l'unico modo possibile per riconciliare le più alte aspirazioni di ognuno. Siamo qui per trovare insieme le possibili vie di uscita e le soluzioni alle richieste e alle aspettative, complesse e diverse, ma essenzialmente identiche nella loro essenza e aspirazione suprema. Attraverso il dialogo e l'ascolto, possiamo aiutare a costruire un mondo migliore, rendendolo un luogo d'accoglienza e di rispetto, contrastando così divisioni e conflitti".
I tre punti della missione della Chiesa
Il cardinale ha ricordato in tre punti la missione della Chiesa: “La Chiesa è un ponte che, in questo caso, collega i punti distanti; la Chiesa è un ospedale da campo. Abbiamo molte vite da salvare e ferite da guarire, non dimentichiamolo mai: ciò che è in gioco qui sono le persone; la Chiesa è madre. In una famiglia quando i fratelli litigano, la madre è nel mezzo”. Per concludere, il cardinale ha chiesto al Presidente di "compiere quei passi positivi di buona volontà per il successo di questo Dialogo Nazionale, portando avanti i punti che i miei fratelli Vescovi hanno presentato alla sua persona in una lettera inviata nei giorni scorsi".
Garantire la sicurezza
Dal suo canto, il Presidente Ortega ha detto: "Abbiamo invitato la Commissione Internazionale dei Diritti Umani ad accompagnare questo sforzo. Chiediamo (agli studenti universitari) l'elenco di quanti morti e scomparsi ci sono in Nicaragua, e non di usare la menzogna. Vogliamo la lista, da consegnare anche ai vescovi, e dimostreremo loro che non c'è una sola persona scomparsa, non c'è un solo prigioniero, sono stati tutti liberati". Mentre il rappresentante degli studenti ha chiesto di fermare la repressione subito, il Presidente del Consiglio Superiore delle Imprese Private, ha affermato che "la prima cosa è garantire la sicurezza degli studenti, perché in questo momento è una priorità". (Agenzia Fides)
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