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La Croce Rossa racconta la grave situazione umanitaria a Gaza

Di ritorno dalla Striscia di Gaza il presidente di CRI Francesco Rocca testimonia di quanta povertà e distruzione affligga la popolazione della Striscia, dei rischi di radicalizzazione e dell'importanza del lavoro delle Ong internazionali

Luca Collodi-Città del Vaticano

Una delegazione di Croce Rossa Italiana e Mezzaluna Rossa guidata dal presidente Francesco Rocca è rientrata oggi a Gerusalemme dalla Striscia di Gaza. A Gaza, Ramallah e Hebron, Rocca ha incontrato esponenti della Mezzaluna Rossa palestinese impegnata nell’assistenza della popolazione locale all’indomani della protesta contro Israele per la ‘Marcia del Ritorno’: dalla fine di marzo, per oltre un mese, migliaia di palestinesi hanno manifestato chiedendo di rientrare in possesso delle case perse dai loro discendenti nel 1948, proprietà che oggi si trovano in territorio israeliano.

Striscia di Gaza devastata

“Ho trovato", racconta il presidente Francesco Rocca, "la Striscia di Gaza devastata sia sul piano umanitario che economico dopo gli ultimi scontri con Israele che hanno provocato morti e feriti”. “Ho visitato negli ospedali i feriti . Molti hanno bisogno di riabilitazione-aggiunge-presentano ferite alla colonna vertebrale e agli arti. Siamo chiamati come CRI e Mezzaluna Rossa ad un grande sforzo per aiutare queste persone”. “Esiste nei Territori un solo centro di riabilitazione ma è inadeguato. Ci sono lunghe liste di attesa x operazioni chirurgiche di persone ferite negli scontri. La capacità degli ospedali è sopraffatta dall’urgenza dei bisogni”. 

Il ruolo della Mezzaluna Rossa Palestinese

“Il sistema delle ambulanze, prosegue Rocca, è gestito al 90% dalla Mezzaluna Rossa locale, ed è efficiente. Le strutture sanitarie sono operative, ma non c’è elettricità. Arriva negli ospedali, come nelle case, per poche ore al giorno". Il presidente racconta della mancanza di carburante, farmaci e medicinali, ma sottolinea anche la presenza di un dialogo aperto con le autorità israeliane ed egiziane perché le autobotti ma anche i farmaci possano entrare nella Striscia con maggiore facilità.

I rischi della radicalizzazione

“E’ una situazione deprimente”, sottolinea ancora Rocca . “Si nota l’assenza di speranza e dove c’è assenza di speranza è facile fomentare fenomeni radicali ed estremi. Quando i giovani non vedono il loro futuro, sono senza soldi nè lavoro, tutto questo rende la situazione sempre più insostenibile”.

Ascolta l'intervista a Francesco Rocca

 

 


 

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24 maggio 2018, 14:28