Operation Smile: donare una vita di sorrisi
Salvatore Tropea – Città del Vaticano
Un sms o una telefonata per ricostruire, fisicamente e psicologicamente, il sorriso di un bambino nato con gravi malformazioni al viso. È questa la campagna lanciata dalla Fondazione Operation Smile Italiana onlus, attiva da quasi venti anni nel trattamento di patologie congenite cranio-maxillo-facciali. L’iniziativa, attiva dallo scorso 27 maggio e fino al 17 giugno, si chiama “Smile House in Italia – Dona una vita di Sorrisi” e si propone di ottimizzare e potenziare il trattamento di malattie serie e invalidanti come la palatoschisi, la labiopalatoschisi e la labioschisi, comunemente nota come labbro leporino. Si può contribuire con un sms o una chiamata al numero solidale 45586, donando due, cinque o dieci euro.
Garantire le cure ai piccoli pazienti
I fondi raccolti permetteranno di potenziare i servizi e le attività di due centri multi-specialistici nati all’interno degli ospedali San Paolo di Milano (nel 2011) e San Filippo Neri di Roma (nel 2017). Si potrà così garantire gratuitamente ai piccoli pazienti e alle loro famiglie importanti servizi come lo screening prenatale, l’assistenza alla nascita, cure pre-chirurgiche e chirurgiche, consulenza nell’allattamento, trattamenti odontoiatrici, assistenza logopedica e assistenza psicologica. La novità portata da Smile House è che “non si occupa solo del trattamento primario, necessario entro il primo anno di vita dei bambini ma li accompagna grazie ad un team multi-specialistico fino al termine dello sviluppo”, come spiega a Vatican News il dottor Domenico Scopelliti, direttore dell’Unità organizzativa di chirurgia maxillo-facciale dell’Asl Roma E e vicepresidente scientifico della Fondazione (Ascolta l’intervista al dottor Scopelliti e a Sofia Dominici sulla campagna Operation Smile).
Il quadro clinico italiano
In Italia, come riporta la Fondazione, si registrano ogni anno circa 800 di palatoschisi, labiopalatoschisi o labioschisi. Nel solo ospedale di Milano, da ottobre 2011 a dicembre 2017, si sono recati oltre 13 mila pazienti per un totale di 21 mila prestazioni multidisciplinari erogate e più di mille interventi chirurgici eseguiti. Il problema in Italia, racconta Scopelliti, “è legato alla possibilità di raggiungere in maniera capillare tutto il territorio. È chiaro – spiega il medico – che non serve avere tantissimi centri di eccellenza, ma basterebbe averne pochi e ben distribuiti. Ogni anno – conclude – circa 300 bambini sfuggono al controllo e vengono quindi operati in ospedali che non sono specializzati per questo tipo di operazioni chirurgiche”.
Curare la malformazione e sconfiggere il bullismo
Non solo la labiopalatoschisi ma anche il dramma del bullismo. È la storia di Sofia Dominici, romana di 18 anni, che dopo essere stata operata due anni fa è riuscita anche a vincere i bulli. Sofia ha subito molti interventi fin da piccolissima, poi a 16 anni ha ricevuto la chiamata di Operation Smile ed è stata sottoposta all’intervento che le ha permesso di risolvere la sua malformazione. Per la giovane, il problema che aveva era più legato all'aspetto fisico che alla salute. “Fortunatamente – racconta ai nostri microfoni – riuscivo a mangiare e bere abbastanza facilmente, ma il fattore estetico mi ha portato a subire molti atti di bullismo sia a scuola che, negli ultimi anni, sui social network”. L’operazione ha permesso a Sofia di uscire da questo dramma, grazie anche alla vicinanza della sua famiglia. “Quello che è importante – ci tiene a sottolineare – al di là dell’intervento che ho risolto la malformazione, è riuscire a isolare i bulli e non dare loro corda, altrimenti si sentono più forti”.
Il Week End Clinic
Sofia Dominici è riuscita a guarire dalla malformazione del labbro leporino grazie all’iniziativa “Week End Clinic”, che vede la collaborazione tra Operation Smile e la Marina Militare. Si inserisce all’interno del progetto “Un Mare di Sorrisi” che, dal 2013, ha l’obiettivo di aiutare concretamente bambini e adulti affetti da malformazioni varie. La base operativa del progetto è la portaerei Cavour, dotata di due sale operatorie attrezzate, una terapia intensiva e una sala degenza. Quando la portaerei si trova nella base navale di Taranto o Catania i pazienti e i loro familiari vengono accolti e ospitati a bordo dell'imbarcazione per ricevere le cure necessarie.
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