La Grecia volta pagina dopo otto anni di crisi
Amedeo Lomonaco - Città el Vaticano
La Grecia volta pagina: nella notte è stato raggiunto a Lussemburgo l’accordo con l’Eurogruppo per l’uscita dal piano di aiuti. L’intesa prevede anche l’ultima tranche del prestito di 15 miliardi di euro e un alleggerimento del debito. Ad Atene sarà inoltre concesso di iniziare a rimborsare una parte dei prestiti ricevuti in questi anni a partire dal 2032 e non più dal 2022.
Aiuti e austerity
Il commissario europeo agli affari economici, Pierre Moscovici, ha detto che è un momento storico eccezionale. Questa notte – ha aggiunto - finisce “la crisi greca”. Una crisi iniziata ufficialmente nell'autunno del 2009, quando il neo primo ministro ellenico, George Papandreou, ha rivelato pubblicamente che i bilanci economici inviati dai precedenti governi greci all'Unione europea erano stati falsificati, con l’obiettivo di garantire l’ingresso di Atene nell’Eurozona.
Bce: si prosegua sulla strada delle riforme
Nella primavera del 2010, il debito ellenico ammontava a 350 miliardi di euro. Nell’impossibilità di accedere ai mercati finanziari, la Grecia ha quindi chiesto aiuti alla comunità internazionale. In otto anni, nell'ambito di tre programmi di salvataggio, la Grecia ha ricevuto, in cambio di riforme e misure di austerità, oltre 273 miliardi di euro di aiuti. “È fondamentale – ha detto Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea - che il Paese prosegua sul sentiero delle riforme con una politica di bilancio solida”.
Economia più forte
Dopo 8 anni di riforme – si legge nel comunicato diffuso a Lussemburgo al termine dell’Eurogruppo – l’economia greca è più forte. Nel 2017 il Pil ellenico è cresciuto dell'1,4%. Sempre lo scorso anno, il Paese ha fatto registrare un attivo di bilancio dello 0.8%. Ma molti indicatori restano ancora preoccupanti. La disoccupazione, che prima della crisi non superava il 10%, si attesta al 20,1%. Quella giovanile è al 45%. Secondo diversi osservatori, le misure restrittive imposte da Fondo monetario internazionale, Banca centrale europea e Commissione europea hanno duramente colpito la classe media.
I greci e la crisi
Il potere d'acquisto dei greci è crollato, dal 2008, del 28,3%. In base a dati Eurostat, le famiglie che vivono in estrema povertà sono il 21%. Sono il doppio rispetto al 2010. L'importo delle pensioni si è ridotto, mediamente, del 14%. Nel settore pubblico, in otto anni, si sono persi almeno 200 mila posti di lavoro. Tra i peggiori effetti della crisi economica, a causa dei tagli alla sanità, si regista anche l’incremento della mortalità infantile, aumentata del 26%. Nel 2017 oltre 130 mila persone, che non avevano i soldi per pagare le tasse, hanno rinunciato all'eredità.
Ancora da pagare un prezzo molto alto
Secondo Carlo Altomonte, docente di Economia europea alla Bocconi di Milano “il caso greco ci dice che i salvataggi europei in qualche modo funzionano”. “Tuttavia – aggiunge - c’è da sottolineare che il Paese ellenico non solo non può considerarsi definitivamente salvo, ma che è stato e sarà pagato un prezzo molto alto. (Ascolta l’intervista con il prof. Carlo Altomonte)
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