Medici con l'Africa Cuamm: in Uganda un milione di rifugiati sud sudanesi
Adriana Masotti -Città del Vaticano
In Sud Sudan continua ormai da cinque anni una delle crisi umanitarie più dure al mondo: povertà, fame e scontri interni stanno spingendo milioni di persone ad abbandonare il Paese accolti dagli Stati confinanti. Dal 2013 ad oggi si stima che 4 milioni di persone abbiano dovuto abbandonare la propria casa, un terzo dei 12,3 milioni di persone che costituiscono la popolazione del Sud Sudan.
Un milione di rifugiati in Uganda
Oltre un milione i rifugiati arrivati in Uganda e proprio sul grande sforzo di accoglienza che in particolare l’Uganda sta mettendo in atto per queste persone, richiama l’attenzione un comunicato diffuso oggi da Medici con l’Africa Cuamm, alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato.
“In West Nile, a nord ovest del Paese – spiega ai nostri microfoni don Dante Carraro, direttore della Ong - vive una popolazione di 1.700.000 persone, che pacificamente hanno accolto e continuano ad accogliere chi più ha bisogno". Accanto alla popolazione e agli interventi di assistenza messi in atto dal governo, già da un anno, opera il personale di Medici con l’Africa Cuamm che punta a rafforzare il sistema sanitario esistente. Sono 19 i campi rifugiati raggiunti dal Cuamm, 257 le strutture sanitarie supportate. Tra le priorità ci sono le campagne di vaccinazione perché molti sud sudanesi non sono vaccinati e si sono già dovute fronteggiare epidemie di morbillo. (Ascolta l'intervista con don Dante Carraro)
Le cause della fuga dal Sud Sudan
"Non c’è dubbio che la gente scappa, cerca risposte - commenta don Carraro - se le risposte le trova vicino a casa, si ferma vicino a casa; altrimenti le persone scappano dove trovano risposte, e da lì nascono poi la forza e la disperazione di attraversare un mare pieno di insidie come il Mar Mediterraneo. E allora io credo che tutti insieme dovremmo coltivare uno spirito di responsabilità nei confronti di problemi che sono mondiali".
L'impegno della Ong in Sud Sudan e Etiopia
Medici con l’Africa Cuamm, che dal 2006 lavora in Sud Sudan - si legge nel comunicato dell’Organizzazione - continua la sua attività a fianco della popolazione sud sudanese anche all’interno del Paese. Sostiene attivamente infatti cinque ospedali e 164 strutture sanitarie, oltre che un intervento di emergenza nell’area di Nyal, a fianco delle persone in fuga dagli scontri, che cercavano riparo nelle paludi del Nilo. E anche in Etiopia l’Ong interviene a sostegno dei rifugiati sud sudanesi e della popolazione etiopica che li accoglie, rafforzando il sistema sanitario della Regione di Gambella e gestendo il centro di salute del campo rifugiati di Nguenyyiel.
Si può sostenere l'impegno dell'Organizzazione
Le risorse a cui attingere però non sono molte. Da qui l’invito a sostenere il lavoro di Medici con l’Africa Cuamm con una donazione: 5 euro bastano a garantire una zanzariera contro la malaria, con 10 euro si possono comprare dieci dosi di vaccini contro il morbillo. Tutte le informazioni nel sito dell'Organizzazione.
Dall'Uganda un esempio di buone pratiche
Ma c’è ancora un’osservazione da fare a cui don Dante tiene molto: "Per me è significativo il fatto - afferma - che un Paese come l’Uganda o l’Etiopia diano accoglienza a questa gente. E io penso che sia doveroso, e anche giusto ed intelligente, sostenere questi Paesi che danno accoglienza lì, in loco, vicino a dove la gente vive. Quello dell'Uganda è secondo me un esempio assolutamente virtuoso ed è bene che sia conosciuto".
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