Paradise Lost: la Natura attraverso la prospettiva di cinque artisti
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Un fungo enorme all’apparenza pieno di colori, ma che in realtà ricorda da vicino le terribili esplosioni delle bombe atomiche di Hiroschima e Nagasaki, e accanto manichini che rappresentano uomini e donne che cercano di trasportare con la bocca un cucchiaio dove è posato un uovo, simbolo della precarietà umana in questo tempo difficile. Stanze come acquari in cui pendono delle azzurre alici attonite e primordiali, che racchiudono in se le problematiche contemporanee. Sono alcune delle opere esposte in questi giorni fino a settembre, nella esposizione “Natural is viral. Paradise lost” a Palazzo Scavuzzo-Trigonia nel cuore di Palermo, riaperto al pubblico dopo cinquanta anni. L’esibizione che consta di due momenti, questa prima parte e una seconda che aprirà da settembre, si va ad inserire nella biennale d’arte Manifesta, che per questa dodicesima edizione, si sta svolgendo fino al prossimo novembre proprio nel capoluogo siciliano.
Palermo capitale della cultura 2018
“Quest’anno - spiega la curatrice Sveva Manfredi Zavaglia - Palermo è la capitale italiana della Cultura 2018, cioè un progetto di visione che vede la cultura come “capitale” attorno al quale far crescere tutta la comunità. Cultura dunque a 360°, non solo artistica ma anche dell’accoglienza, della legalità, dell’innovazione, dell’ambiente, e della solidarietà”.
L’arte che incontra la bellezza del Creato
E a questa prima parte di esposizione hanno partecipato cinque artisti: la pittrice georgiana Sofo Berd; due artiste italiane Silvia Caimi e Loredana Salzano; lo scultore indiano Mahonar Chiluveru, e dal Cile Antonia Covarrubias Noé. A settembre poi si aggiungeranno altri maestri internazionali, tra cui lo scultore spagnolo Nei Alberti, e la fotografa magrebina Hind Chaouat. “Questa mostra – continua la curatrice - vuole essere un progetto per aiutarci a riscoprire il nostro rapporto con la natura. Infatti gli artisti hanno voluto raccontare proprio questo, ognuno usando le proprie tecniche, chi attraverso la scultura, chi con la pittura o anche con la fotografia. È l’arte che diventa virale quando si avvicina al creato”.
I Crateri e le Alici attonite
Tra le opere esposte molte parlano anche della terra siciliana. Come i “Crateri contemporanei” e le “Alici attonite” della scultrice Loredana Salzano, che attraverso quelle creazioni di vasi e disegni, ha voluto narrare un pezzo delle isole vulcaniche delle Eolie dove lei vive. “Nei Crateri– racconta l’artista – ho voluto sottolineare la fragilità e insieme la preziosità dei microcosmi come le isole, perché ogni vaso rappresenta un isola, contenuta in questo scrigno che vuole proteggere la fragilità delle sue terre. Mentre le Alici attonite, raccontano di una delle specie ittiche più comuni in Sicilia: il pesce azzurro, ed è per questo che mi è piaciuta l’idea di valorizzare un qualcosa quasi di scontato. Alla fine le alici siamo tutti noi, che a volte guardiamo il mondo e le sue problematiche con un occhio attonito proprio come questi pesci”.
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