Camerun: incontro tra leader cristiani e musulmani
Andrea Gangi - Città del Vaticano
È in programma il 29 e il 30 agosto a Buea, nel sud ovest del Camerun, un incontro per risolvere una crisi che si è inasprita negli ultimi mesi. Si tenterà di promuovere il dialogo tra governo e movimento indipendentista.
Camerun nel caos
Il Paese africano è spaccato in due: regioni francofone da una parte e regioni anglofone dall’altra. Le aree anglofone, che rappresentano il 20% della popolazione, sono discriminate politicamente ed economicamente dal governo. Nel 2016 sono avvenute le prime rivolte che hanno già provocato decine di morti e migliaia di arresti. La protesta è cominciata da gruppo di avvocati che scioperò contro la nomina di giudici di lingua francese nei tribunali locali. Alla protesta degli avvocati si sono subito uniti studenti e insegnanti, che denunciavano la discriminazione del governo del Presidente Paul Biya nei confronti delle due province anglofone del Paese africano.
La più grave crisi del Paese
Col passare dei mesi il dissenso è dilagato in entrambe i territori e le pacifiche manifestazioni di piazza si sono trasformate nella crisi più dura che ha colpito il Camerun dal tempo dell’indipendenza. Decine di civili sono stati uccisi, mentre attacchi armati hanno portato alla morte di almeno 16 soldati e ufficiali di polizia. Per sedare la ribellione, Yaoundé ha schierato le sue truppe scelte, impiegate nel nord del Paese per combattere i terroristi di Boko Haram. Da allora 7.500 persone hanno abbandonato le loro case per raggiungere la Nigeria, mentre altre 40 mila si stanno preparando a lasciare il Camerun.
Le repressioni del governo
Per reprimere le rivendicazioni indipendentiste, il governo è ricorso all'uso della forza. Frequenti gli episodi in cui la polizia ha sparato sulla folla durante le manifestazioni di piazza. Già alla fine del 2016 si sono registrati arresti di massa e si è dispiegato un gran numero di forze di sicurezza. Nonostante il presidente Biya abbia tentato recentemente di instaurare un dialogo pacifico tra le parti, non è ancora stata trovata una soluzione al problema, le cui origini risalgono al periodo dell’indipendenza del Camerun, nel 1960, quando il Paese è stato unificato in una federazione bilingue con capitale Yaoundè, in un sistema di centralizzato di potere che discrimina la minoranza anglofona.
Un incontro interreligioso
L’incontro vuole essere un tentativo di dialogo interreligioso, volto a discutere la crisi del Paese e offrire soluzioni. Tra i leader religiosi che parteciperanno, sarà presente il card. Christian Tumi, arcivescovo emerito di Douala, il pastore Babila George Fochang della Chiesa presbiteriana del Camerun, l’imam Tukur Mohammed Adamu, della moschea centrale di Bamenda, e il capo imam Alhadji Mohammed Aboubakar, della moschea centrale di Buea.
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