Camerun, conferenza di leader religiosi per risolvere la crisi nel Paese
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Per trovare una soluzione alla crisi socio-politica che da circa due anni stanno vivendo le regioni anglofone del Camerun, nel nord-ovest e nel sud-ovest del Paese, leader religiosi cristiani e musulmani hanno deciso di promuovere una Conferenza generale a Buea il 29 e 30 agosto.
La questione della lingua al centro delle violenze
Gli scontri ormai quotidiani, tra forze governative e movimento indipendentista hanno spinto i leader religiosi ad impegnarsi per promuovere il dialogo. Le violenze sono frutto dell’annosa rivendicazione dell’uso della lingua inglese accanto a quella francese, parlata in gran parte del Paese, che è degenerata in sanguinose proteste, arresti arbitrari, uccisioni, torture e stupri. Il bilancio è di almeno 150 vittime, e più di 180mila sfollati, di cui circa 26mila in Nigeria.
Un dialogo promosso dai leader religiosi
Il card. Christian Tumi, arcivescovo emerito di Douala, il pastore della Chiesa presbiteriana del Camerun, Babila George Fochang, l’imam della moschea centrale di Bamenda, Tukur Mohammed, e il capo imam della moschea centrale di Buea, Alhadji Mohammed Aboubakar, incontratisi la scorsa settimana, hanno espresso la volontà di offrirsi come “facilitatori” e mediatori fra il governo camerunense e i secessionisti, riferisce La Croix Africa. “È arrivato il momento di mettere fine a questo conflitto con un dialogo nazionale franco, inclusivo e completo sul problema anglofono” hanno dichiarato. Per i leader religiosi le armi non possono portare alla pace.
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