Nave Diciotti. Mons. Frendo: Albania esempio per Ue che tace
Salvatore Tropea – Città del Vaticano
Mons. George Frendo, arcivescovo di Tirana-Durazzo, ha inviato una lettera al ministro degli Esteri dell’Albania, Ditmir Bushati, per esprimere il suo apprezzamento in seguito alla decisione del Governo di accogliere una parte dei migranti sbarcati a Catania dalla nave Diciotti. Nel Paese dei Balcani arriveranno 20 persone provenienti dall’Eritrea che, “dopo giorni drammatici – spiega l’arcivescovo a Vatican News – hanno adesso la fortuna di trovare accoglienza presso un popolo, quello albanese, conosciuto per la sua generosità” (Ascolta l’intervista a mons. George Frendo)
Un esempio per l’Europa che ha taciuto
Nonostante la gioia per la decisione del governo albanese, l’arcivescovo di Tirana esprime anche il rammarico per le difficoltà nel trovare Paesi disposti ad accogliere i migranti della Diciotti. “Mi chiedo – afferma il prelato – come può l’Europa dalle antiche radici cristiane, volgere le spalle a queste persone in difficoltà”. Da qui l’augurio e la speranza che il gesto dell’Albania, così come fatto anche dall’Irlanda e dalla Conferenza episcopale italiana, possa essere di esempio e di stimolo “per tutti i Paesi dell’Unione Europea che sono rimasti in silenzio davanti a questa tragedia”.
“Anche noi siamo stati eritrei”
Mons. Frendo si sofferma poi sulle “belle parole” del governo albanese e in particolare del ministro Bushati, che ha sottolineato come in passato “anche noi albanesi siamo stati eritrei” quando ci furono le migrazioni verso l’Italia. “Sono parole – spiega Frendo –che mi ricordano la Bibbia quando si legge che non si molesterà né opprimerà il forestiero perché si è già stati forestieri in terra d’Egitto”.
L’impegno della Chiesa albanese
Anche le istituzioni ecclesiastiche e le realtà religiose albanesi avranno un ruolo importante nell’accoglienza dei venti migranti eritrei. “Soprattutto tramite la Caritas – racconta l’arcivescovo – con cui siamo in dialogo in questi giorni per organizzare gli aiuti e il sostegno ai migranti”. Inoltre, sottolinea mons. Frendo, “la Chiesa in Albania ha già fatto molto e sta tuttora aiutando molti rifugiati che da tempo arrivano dal Medio Oriente, dalla Siria e dall’Iraq”.
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