Ecuador: Chiesa chiede soluzioni per i migranti venezuelani
Andrea Gangi – Città del Vaticano
«Sollecitiamo il Presidente affinché incarichi la cancelleria perché si trovi soluzione alle questioni poste da tutte quelle leggi e norme che finiscono con l’essere persecutorie nei confronti degli emigranti venezuelani che si trovano alla frontiera di Colombia, Ecuador e Perú» ha sottolineato il presidente della Conferenza episcopale dell'Ecuador, il quale ha ricordato come tali tipi di misure aggravino le condizioni dei migranti.
Riunirsi per risolvere il problema
In una conferenza stampa, la Conferenza episcopale ecuadoriana ha chiesto al governo che si rifiuti di esigere la presentazione del passaporto ai venezuelani che vogliono entrare nel Paese. Ha poi invitato l’Ecuador a organizzare una riunione dei Paesi andini per discutere sull’inusuale flusso migratorio e trovare soluzioni. Il presule si è anche rivolto al Presidente della repubblica, Lenín Moreno, chiedendo una rapida soluzione alla situazione di sovraffollamento che si è registrato nelle ultime settimane nel Centro migratorio di Rimichaca, alla frontiera con la Colombia. Allo stesso tempo, il vescovo ha segnalato che la medesima situazione potrebbe presto verificarsi anche alla frontiera con il Perú.
Una misura contro i migranti
Secondo il presidente della Conferenza episcopale, il vescovo Eugenio Arellano Fernández, chiedere ai migranti il passaporto sarebbe una misura che aggrava le già precarie condizioni dei migranti. Ottenere un passaporto ha un costo molto elevato: bambini e adolescenti non possono permetterselo. Così il presule ha proposto che il governo dell’Ecuador guidi un incontro fra i Paesi andini affinché ciascuno di questi riconosca quale documento di identità uno più facilmente adottabile e comune a tutti.
Il ringraziamento agli ecuadoriani generosi e solidali
Il presidente della Conferenza episcopale ha voluto ringraziare tutti gli ecuadoriani «che hanno saputo essere generosi, che hanno saputo essere solidali, che hanno saputo essere vicini a questo gruppo di venezuelani» che hanno raggiunto la Colombia, l’Ecuador e il Perú per cercare un destino migliore. Il titolare della Defensoría pública, Ernesto Pazmiño, ha affermato che bisogna rifiutare la facile equazione fra immigrazione e aumento della criminalità, smentendo le notizie apparse su alcune reti sociali che indicavano un aumento di crimini correlato all’aumentato flusso migratorio da parte dei venezuelani. Per questo si chiede agli ecuadoriani di evitare la discriminazione e la xenofobia nei confronti dei venezuelani, raccomandando invece di essere solidali e vicini ai migranti.
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