Inondazioni senza precendenti in Kerala: l'aiuto della Chiesa
Gabriella Ceraso e Andrea Gangi - Città del Vaticano
(Ultimo aggiornamento 17.08.2018, 12.59)
Cresce a oltre 80 il numero delle vittime causate dalle inondazioni di queste ore nello Stato del Kerala, nel sud dell'India, mentre il pericolo delle piogge torrenziali si sposta ad altre aree. Oltre 60mila gli sfollati. Il Kerala è uno stato dell’India da sempre soggetto ai monsoni, ma dallo scorso 8 agosto le piogge sono state più intense del solito e in questi giorni centinaia di centri abitati sono stati evacuati dalle autorità. Anche i voli sono stati sospesi nella maggior parte delle città del Kerala. La situazione resta critica.
La situazione degli sfollati
Gli sfollati hanno abbandonato le proprie case per rifugiarsi in aree più protette, al riparo dalla furia dei monsoni, dalle alluvioni e dalle frane. Le istituzioni hanno già allestito 350 campi per accogliere i 33 milioni di persone che vivono nella regione. Sul posto sono anche arrivati duecento soldati dell'esercito per soccorrere feriti e sfollati.
Una zona già a rischio
Ogni anno in questa stagione le piogge colpiscono lo stato del Kerala, ma secondo gli esperti il maltempo di questi giorni è stato più intenso. Il monsone è un vento ciclico, caldo, proveniente dall'Oceano Indiano, e agisce solo in determinati periodi dell'anno. Il cambiamento di direzione del vento, che avviene in maggio e in ottobre, è accompagnato da cicloni tropicali molto violenti chiamati tifoni, che hanno spesso effetti devastanti sulle coste dell'Oceano Indiano. Due anni fa il ciclone ha causato la morte di decine di persone e di oltre 300 animali.
Le parole della Chiesa
Profondo il dolore espresso in un comunicato dalla Conferenza Episcopale Cattolica dell'India (CBCI) per le "pesanti perdite di vite umane e danni alle colture, alle case, al bestiame e alle proprietà" causate da queste "inondazioni senza precendenti", una "enorme catastrofe naturale". I presuli esprimono anche tutta la loro "vicinanza" alle famiglie delle vittime, ai feriti e a quanti stanno soffrendo, e apprezzano il "rapido ed efficace lavoro di soccorso intrapreso dalle autorità governative locali e statali".
Nelle parole dei vescovi un ringraziamento speciale alle autorità per l'esemplarità con cui si sono manifestati - scrivono- "solidarietà e aiuto, al di là delle divisioni politiche e dell'appartenenza religiosa o di classe". In prima linea nei soccorsi, è la Chiesa stessa che fa sapere di aver aperto in varie diocesi, scuole ecclesiastiche, parrocchie e altri edifici, per accogliere gli sfollati e di aver iniziato la distribuzione di cibo, vestiti e altro materiale di soccorso per far fronte ad una situazione sanitaria che sembra drammatica.
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