La Siria accoglierà il rientro di un milione di profughi
Andrea Gangi – Città del Vaticano
Damasco sta collaborando con Mosca per migliorare la situazione del territorio siriano: è in atto una ricostruzione delle infrastrutture e ciò renderà più facile accogliere coloro che stanno rientrando in Siria. “Oltre un milione di persone - ha affermato il ministro russo della Difesa Sergei Shoigu - sono già tornate a casa. In queste ultime settimane si sono creati i presupposti per il rientro di circa un altro milione di rifugiati”.
L’esodo dei disperati
Da sette anni il conflitto insanguina la Siria. Da sette anni migliaia di persone sono costrette ad abbandonare il Paese. Hanno cercato riparo all’estero, nei Paesi vicini come Libano, Turchia e Giordania, altri hanno raggiunto l’Europa o Nord America. L’esodo, che ormai ha coinvolto milioni di persone, è una delle più gravi conseguenze della guerra siriana. Tuttavia, da qualche tempo la situazione è migliorata e questo ha favorito il ritorno in patria di una parte dei rifugiati.
Le rassicurazioni del ministro russo
Il ministro russo ricorda che è già in atto il lavoro di ricostruzione di importanti infrastrutture, fra cui le grandi arterie di comunicazione interrotte a causa della guerra. Inoltre sono già operative le cosiddette aree sicure, pronte a ospitare nuovi rifugiati. Gli aiuti di Mosca si stanno rivelando essenziali per il futuro della popolazione; aiuti che non riguardano solo la ricostruzione, ma anche i rifornimenti militari: i russi sono uno degli alleati chiave, assieme a Teheran, del governo di Damasco; il suo intervento militare contro gruppi jihadisti e milizie estremiste si è rivelato essenziale per la vittoria militare dell’esercito siriano fedele al Presidente Bashar al-Assad.
Verso la stabilizzazione del Paese
Ad oggi nelle mani di ribelli e gruppi fondamentalisti islamici resta la sola provincia di Idlib. Il ministro russo ricorda che la situazione sul terreno migliora e che il Paese potrebbe avviarsi verso una lenta ma progressiva stabilizzazione. Intanto continuano le manovre di pace. Il 7 settembre si terrà un summit internazionale promosso dalle Nazioni Unite. A coordinare i lavori è l’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura, che intende riunire esponenti delle potenze occidentali e dei governi della regione mediorientale. Obiettivi del vertice sono il rafforzamento del processo politico e la nascita di una sorta di comitato costituente che permetta di raggiungere un accordo prima della fine del mese.
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