Nicaragua: padre Gutiérrez costretto a lasciare il Nicaragua
Andrea Gangi – Città del Vaticano
All’ombra del regime di Daniel Ortega, in Nicaragua si levano gli spettri del nepotismo e della repressione. Oltre allo scandalo della nomina a direttore della Polizia nazionale del consuocero del Presidente Francisco Díaz, si registrano altri attacchi alla Chiesa e alla stampa libera. L’ultimo è l’episodio di padre César Augusto Gutiérrez.
Abbandonare la patria
Padre César Augusto Gutiérrez era a capo della chiesa di San Sebastiano a Masaya, città simbolo della resistenza, riconquistata da paramilitari oltre un mese fa. Già in quell’occasione la voce di padre Augusto si era fatta sentire coraggiosamente, e ora il salesiano è costretto a fuggire dal Paese: ha ricevuto numerose minacce di morte e di incriminazione, che negli ultimi giorni sono aumentate e sono diventate più crudeli.
Una preghiera per il Nicaragua
Il quotidiano indipendente La Prensa informa che padre Augusto è salvo e si trova all’estero, dove continua a pregare per il suo Paese. In un momento così cruciale per la storia del Nicaragua, una delle armi che la Chiesa mette in campo è la preghiera. E anche il popolo nicaraguense fa lo stesso. Il 22 luglio scorso i cittadini si erano stretti intorno ai pastori in una giornata di preghiera, in un’iniziativa promossa dai vescovi latino-americani. Più recentemente, sono state organizzate domeniche di preghiera e una messa contro la profanazione delle chiese da parte del governo.
Attacchi alla stampa
Tra i numerosi attacchi alla libera stampa, si ricorda quello rivolto, con insulti e minacce via web, al giovane giornalista Israel González Espinoza, corrispondente del periodico online Religión Digital. Il giornalista ha dichiarato di non arrendersi e di voler proseguire quella che considera la sua missione. È stato anche esortato dal vescovo ausiliare di Managua, mons. Silvio José Báez, a non lasciarsi intimidire dalle minacce.
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