Acqua: una sete globale da placare insieme
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Il problema dell'acqua del bacino euro-mediterraneo rappresenta un pezzo importantissimo della crisi, a livello planetario, dello spreco e della mancanza dell'"oro blu". Gianni Bonini, il vicepresidente italiano del Ciheam apre uno spaccato sull'interdipendenza tra i Paesi del mondo e sulle "guerre dell'acqua" di cui poco si parla e di cui maggiori esperti internazionali ne hanno discusso lo scorso novembre in Campidoglio a Roma (Ascolta l'intervista integrale). Il Ciheam è l'organismo intergovernativo euromediterraneo che da oltre 50 anni lavora per il miglioramento e la formazione dei tecnici nel settore agricolo in particolare dell'area nord africana.
Acqua e tensioni diplomatiche
A gravare sui già precari equilibri politici dello scacchiere africano e internazionale, è "la costruzione in territorio etiope dell'imponente diga sul Nilo", supportata dal Sudan e fonte di grande preoccupazione per l'Egitto. Lunga 1,8 chilometri e alta 155 metri, la costruzione di quella che è stata definita la 'Grande diga del rinascimento etiope' presenta aspetti sia positivi sia negativi: secondo diversi esperti darà un contributo allo sviluppo dell'Etiopia ma sarà anche un freno per la cruciale economia agricola dell'Egitto.
No a soluzioni nazionaliste
"Ogni Paese - afferma Bonini - cerca di offrire proprie soluzioni secondo una visione nazionalista invece di affrontare la questione attraverso processi globali e dunque più lungimiranti. Oggi, 'le guerre dell'acqua' sono altrettanto tragicamente importanti come quelle definite commerciali".
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