Rom e Sinti: il ricordo del genocidio nazista culminato nel '44
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Era la notte tra il 2 e il 3 agosto 1944 quando i nazisti liquidarono lo "Zigeunerlager", cioè il "Campo delle famiglie zingare”, aperto un anno prima in un settore del più ampio campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, uccidendo oltre 4mila persone. Quella notte, alcuni autocarri entrarono nel campo e prelevarono gli internati, in maggioranza donne e bambini, per portarli nelle camere a gas del crematorio n. 5. Successivamente bruciarono i corpi all’aperto, nelle fosse scavate accanto ai forni in quel momento fuori uso. Per fare memoria di quello che è stato, ogni anno si celebra, il 2 agosto, il "Roma Genocide Remembrance Day".
Una lunga storia di persecuzioni
Accanto a questa minoranza, la più numerosa in Europa, diverse organizzazioni come la Comunità di Sant’Egidio, impegnata da anni a favore di Rom e Sinti in Italia e in Europa. Dalla Comunità l'invito rivolto a tutti a ricordare una storia segnata da persecuzioni e sofferenze. "La memoria del genocidio provocato da ideologie razziste - si legge in un comunicato - costituisca un monito per evitare ogni discriminazione e favorire la piena inclusione del popolo Rom, composto ancora oggi soprattutto di minori, cui va garantita integrazione scolastica, sanitaria e abitativa".
Una manifestazione a Roma contro la discriminazione
Nel pomeriggio di ieri si è svolta una manifestazione delle associazioni Rom e Sinti in piazza Montecitorio a Roma per chiedere il superamento di ogni discriminazione. La vita di questo popolo conosce ancora, infatti, anche in Italia la difficoltà del riconoscimento dei propri diritti e a volte della stessa esistenza. Molti i pregiudizi e le paure legate alla sua presenza nelle città, accentuati da condizioni abitative e igieniche non rispettose della dignità umana. Scarso anche l'accesso alla scolarizzazione e le opportunità di lavoro.
Sant'Egidio: lavoriamo insieme per una società inclusiva
Tra i partecipanti alla manifestazione Sandro Palmieri della Sant'Egidio. Ai nostri microfoni ci dice dell'importanza di ricordare la persecuzione subita dalle comunità Rom e Sinti e, partendo da questa memoria, impegnarsi per costruire una società dell'inclusione e non dei muri. E' necessario, afferma, aiutare questa minoranza a valorizzare le sue potenzialità: tante famiglie vivono una grande povertà, tanti bambini non vanno a scuola, si trovano dunque in una situazione svantaggiata che bisogna colmare. "Io conosco tanti giovani - dice Sandro Palmieri - che desiderano integrarsi, studiare, trovare un lavoro e una casa, dobbiamo credere che sia possibile vincere questa sfida". (Ascolta l'intervista a Sandro Palmieri sui Rom e Sinti)
Ultimo aggiornamento il 3 agosto alle ore 14.50
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