Sud Sudan: più di cento bambini rilasciati dai gruppi armati
Andrea Gangi – Città del Vaticano
Sono 20 mila i bambini in mano alle forze armate del Sud Sudan. Da anni l’Unicef si sta impegnando per la loro liberazione. “I progressi compiuti quest'anno ci danno motivo di sperare che un giorno tutti i 19.000 bambini ancora nelle file dei gruppi armati potranno tornare alle loro famiglie", ha dichiarato Mahimbo Mdoe, rappresentante Unicef in Sud Sudan.
Il contributo dell’Unicef
Temendo che il riaccendersi del conflitto potrebbe mettere a rischio decine di migliaia di bambini, l’Unicef ha chiesto la fine immediata del reclutamento e il rilascio incondizionato di tutti i bambini da parte di gruppi armati. Da tre anni l’Unicef supervisiona il rilascio di bambini soldato, ma i nuovi combattimenti e il reclutamento in Sud Sudan rischiano di compromettere gran parte di questi progressi. Tuttavia, il recente accordo tra il presidente e il suo rivale - spiega Giorgia Gelfi, responsabile dei progetti Cuamm nel Sud Sudan - “ha dato speranza alla popolazione". Infatti, la crisi economica che va avanti dal 2016 ha messo in ginocchio il Paese e anche questa "è una ragione affinché si raggiunga un compromesso da ambo le parti per raggiungere la pace”. (Ascolta l'intervista a Giorgia Gelfi sul Sud Sudan).
La cerimonia del rilascio
Il rilascio è stato celebrato ieri con una cerimonia. “La liberazione - spiega Giorgia Gelfi - è frutto di un lungo negoziato cominciato nel 2016 con l’aiuto di Unicef, del governo e delle forze ribelli”. I bambini sono stati formalmente disarmati e rivestiti con abiti civili. Nelle prossime ore, i bambini saranno sottoposti a screening medici e riceveranno sostegno psicosociale per essere reinseriti nella società. Inoltre, l’Unicef ha già predisposto il loro rientro a casa, e le famiglie riceveranno assistenza alimentare per tre mesi. È stato anche pianificato un programma di formazione professionale e scolastica in centri di apprendimento accelerato. “Per questi bambini - continua Giorgia Gelfi - si cerca di proporre programmi di reinserimento, perché spesso non vengono accettati. Si cerca di reinserirli nella società attraverso l’educazione scolastica e professionale”.
Vittime del conflitto
Due anni dopo la divisione dal Sudan, dal 2013 il Paese è piombato in una guerra civile segnata da atrocità a sfondo etnico che ha causato una crisi umanitaria: decine di migliaia i morti e 4 milioni gli sfollati. Tra le vittime, sono migliaia i bambini rimasti uccisi o feriti dall’inizio del conflitto e molti di più i minori fuggiti in Uganda, Kenya ed Etiopia che hanno superato il confine da soli. Ma il dato più allarmante riguarda i quasi 20 mila bambini reclutati dalle forze armate e costretti a combattere al loro fianco.
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