Unicef: in pericolo 500mila bambini rohingya rifugiati in Bangladesh
Secondo il nuovo rapporto Unicef/serie Child Alert, ad oltre 500 mila bambini rohingya rifugiati nel Bangladesh meridionale la possibilità di ricevere un’istruzione adeguata è attualmente negata, è perciò urgentemente necessario uno sforzo a livello internazionale per impedire che diventino vittime di disperazione e frustrazione.
Sfida dell’Unicef: dare istruzione all’afflusso di bambini arrivati recentemente
A luglio 2018, erano operativi circa 1.200 Centri per l’apprendimento, ed erano stati iscritti circa 140.000 bambini. Tuttavia, non c’era un piano di studi concordato, le aule erano spesso sovraffollate e non c’erano servizi di base come acqua e altre strutture. Un nuovo piano per l’apprendimento, studiato per fornire ai bambini un’istruzione di qualità maggiore – fra cui competenze di lettura, lingua e matematica, come altre abilità essenziali per la vita – è attualmente in corso di sviluppo. Secondo il rapporto, la comunità internazionale dovrebbe investire per supportare un’istruzione di qualità e abilità utili per la vita per tutti i bambini rohingya, soprattutto per le ragazze e gli adolescenti, che sono a rischio di rimanere esclusi. È necessario anche che il governo del Myanmar assicuri che nello stato di Rakhine, dove si trovano oltre 500 mila bambini rohingya, i bambini di tutte le comunità abbiano un eguale accesso a istruzione di qualità di livello pre-primario, primario, e post-primario.
Futuro senza prospettive per i bambini di Cox’s Bazar
Nel rapporto l'Unicef avverte che i bambini che stanno vivendo in campi per rifugiati angusti e con servizi elementari nel distretto di Cox’s Bazar affrontano un futuro senza prospettive, con poche possibilità di apprendimento e senza alcuna idea di quando potrebbero ritornare a casa. A Cox’s Bazar, che registrava già degli indicatori per la salute e l’istruzione dei bambini fra i peggiori del Bangladesh e dove un terzo degli abitanti vive sotto la soglia di povertà, la popolazione è quadruplicata in pochi mesi. Dall’inizio della crisi dei rifugiati, la malnutrizione acuta grave è stata identificata come una forte minaccia per la salute dei bambini. A novembre 2017 uno studio ha registrato, fra tutti i bambini sotto i 5 anni che vivono nei campi, un tasso di malnutrizione acuta grave del 3%. Secondo l’Unicef, oltre 50.000 bambini sotto i 5 anni avranno bisogno di cure per questa malattia nel 2018.
In aumento casi di violazioni sulla protezione dei minorenni
Secondo le Nazioni Unite, oltre 690.000 persone nello stato di Rakhine hanno bisogno di assistenza umanitaria, la maggior parte dei quali – circa 595.000 – sono musulmani apolidi (per esempio i rohingya). Per oltre 360.000 bambini da tutte le comunità nel Rakhine si ritiene necessaria assistenza umanitaria. Fra gennaio e giugno 2018, nel Rakhine, sono stati segnalati oltre 900 singoli casi di violazioni sulla protezione dei minorenni, fra cui casi di bambini non accompagnati e separati; bambini che hanno vissuto violenza sessuale e fisica; bambini che si sono scontrati col sistema giudiziario dopo aver provato a fuggire dal Myanmar senza autorizzazione.
Le richieste dell’Unicef per affrontare la crisi
Il rapporto evidenzia che, per una soluzione duratura alla crisi dei rohingya, è necessario affrontare la situazione all’interno del Rakhine settentrionale. Chiede l’attuazione delle raccomandazioni della Commissione Consultiva sullo stato di Rakhine, fra cui il riconoscimento di diritti di base per la popolazione musulmana che vive lì – fra cui il diritto di movimento, di accedere a servizi di base come sanità e istruzione e mezzi di sussistenza. Chiede inoltre al governo del Myanmar di fornire protezione ai bambini rohingya e a quelli di tutti gli altri gruppi etnici e di creare condizioni sul campo appropriate che permettano un ritorno volontario, sicuro e dignitoso dei rifugiati rohingya alle loro comunità d’origine.
Msf: allarmante numero di bambini rimasti orfani a causa delle violenze in Myanmar
Un bambino Rohingya su due fuggito in Bangladesh senza i genitori è rimasto orfano a causa delle brutali violenze. Lo afferma una nuova ricerca di Save the Children in occasione del primo anniversario dalla crisi il prossimo 25 agosto. Al momento nel campo di Cox's Bazar ci sono più di 6.000 bambini Rohingya non accompagnati, che sono senza genitori o adulti di riferimento, dove si trovano ad affrontare gravi conseguenze per la carenza di cibo e sono sempre più esposti al rischio di sfruttamento e abusi. Secondo i dati raccolti, il 70% dei bambini intervistati è stato separato dai genitori o da maggiorenni di riferimento per conseguenza diretta di attacchi violenti, il 63% durante assalti contro i villaggi e il 9% nella fuga verso il Bangladesh. Inoltre, sottolinea Save the Children, il 50% di loro ha dichiarato che i propri genitori (o chi si prendeva cura di loro) sono stati uccisi in questi stessi attacchi, lasciandoli definitivamente orfani dopo aver assistito a scene di violenza inaudita. Save the Children chiede che gli autori di questi attacchi sistematici, spietati e deliberati in Myanmar siano chiamati a rispondere per i loro crimini ai sensi del diritto internazionale, e a tutti i paesi di sostenere con forza le iniziative ONU volte ad assicurare i responsabili alla giustizia.
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