Uzbekistan: tolleranza religiosa connaturata alla cultura
Andrea Gangi - Città del Vaticano
“La storia ha fatto sì che la terra uzbeka fosse un crocevia di culture e religioni. Per questo, oggi, tolleranza e libertà di culto rappresentano un elemento connaturato alla cultura e alla popolazione locale”: così dichiara all'Agenzia Fides il francescano Jerzy Maculewicz, Amministratore apostolico dell’Uzbekistan
Popolazione variegata
Oggi in Uzbekistan convivono genti di 80 diverse nazionalità, che quasi sempre si riuniscono in centri culturali con cui la comunità cattolica si relaziona costantemente. Secondo padre Maculewicz si tratta di associazioni presenti soprattutto a Tashkent e Fergana, che si occupano di mantenere vivi gli aspetti della tradizione della nazione di origine. “Siamo in ottimi rapporti con molte realtà simili – spiega il padre - come per esempio i centri culturali di tedeschi, russi e tartari”. Maculewicz racconta che la sua comunità si riunisce per vivere insieme le principali festività e altri momenti di condivisione. Per esempio, all’inizio dell’estate, uno dei frati di Fergana in partenza per un periodo di vacanza è stato salutato dai membri del centro culturale dei tartari con un concerto di musica tradizionale”.
Dialogo interreligioso
Il clima di dialogo favorisce anche le relazioni tra diverse religioni: “Insieme ai leader ortodossi, ebrei e cristiani armeni - continua padre Maculewicz - partecipo ogni anno, in qualità di rappresentante religioso della chiesa cattolica in Uzbekistan, alla festa di fine Ramadan organizzata dalle autorità islamiche”. Maculewicz aggiunge che la sua comunità ha un rapporto privilegiato con gli altri cristiani. Lo testimonia il fatto che nei mesi scorsi a Fergana la comunità ha preso parte a un momento di preghiera della comunità pentecostale insieme ad altre comunità della chiesa protestante.
Convivenza tra culture diverse
La convivenza tra culture e religioni nell’Uzbekistan risale a tempi molto antichi: si racconta che alcuni ebrei arrivarono nel paese circa 200 anni fa e costruirono una sinagoga. Nell’VIII secolo d.C. giunsero i musulmani, inoltre fino al XIII secolo visse una folta comunità di cristiani nestoriani. Non solo: “Anche la Via della Seta – spiega padre Maculewicz - ha marcato fortemente i tratti di questa terra: i viaggiatori che percorrevano la strada dall’Europa alla Cina, spesso si fermavano qui. Oltre a questo, la dominazione sovietica ha favorito l’arrivo e la mescolanza di diverse nazionalità. Spesso, i polacchi inviati nei gulag della Siberia, una volta terminato il periodo di lavori forzati, si spostavano in Uzbekistan per via del clima favorevole e per la presenza di molti altri connazionali.
La presenza cattolica
In Uzbekistan, la presenza cattolica è costituita da cinque parrocchie distribuite tra Tashkent, Samarcanda, Bukhara, Urgench e Fergana, le città più importanti del paese. I battezzati sono circa 3.000 mila. La quasi totalità della popolazione uzbeka è di religione islamica; la parte restante si riconosce nella Chiesa russo-ortodossa, mentre altri credo religiosi sono minoritari.
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