Festival Giornalisti Mediterraneo. Siria: guerra e verità
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
"Una delle prime vittime, quando c’è la guerra, è la verità e questo è ancora più vero se si parla di Siria, dove i giornalisti 'non embedded' dal 2014, sono praticamente esclusi". Parla così a Vatican News Asmae Dachan scrittrice italo siriana presente al Festival Giornalisti del Mediterraneo in corso a Otranto. Nelle sue parole la realtà drammatica di Idlib, ma anche la bellezza del popolo siriano che sette anni di guerra non sono riusciti a cancellare.
Il festival, legato all'omonimo concorso, che premierà, domenica prossima, anche Vatican News, vede protagonisti le grandi firme del giornalismo nazionale e internzionale, le rappresentanze diplomatiche e istituzionali dei principali Paesi del Mediterraneo, per analizzare i vari aspetti che contraddistinguono questa aerea - politica, cultura, religione - alla luce delle potenzialità di crescita in termini di dialogo, collaborazione e costruzione di un progetto di pace.
In Siria verità solo a macchia di leopardo
La Siria, come la Libia e anche lo Yemen, scossi da una lunga guerra, sono tra i Paesi che più fanno discutere da mesi. In particolare la Siria dove - dopo ormai sette anni di conflitto e oltre 400mila morti - si prepara l'ennesima strage di civili a Idlib ultima roccaforte anti-regime nell'area nord-occidentale contro cui Damasco sta conducendo raid aerei con il sostegno russo, in vista di una minacciata offensiva di terra su vasta scala. Al festival ne parla, tra gli altri, il libro "Il silenzio del mare" presentato oggi e firmato da Asmae Dachan, vincitrice del Premio per la “Pace e l’Integrazione tra i popoli”. Nelle sue parole tutta la difficoltà di raccontare, in territorio di guerra, la verità: "in Siria la verità è a macchia di leopardo, perchè manca copertura giornalistica libera in tutte le zone, dal 2014, e anche internet non può essere per chi giornalismo fonte primaria, bensì solo uno spunto da verificare".
La morte di civili non fa più notizia
Quante volte la verità non si può raccontare? E le fake news, che ruolo hanno nella narrazione di una guerra? Tante volte- commenta Asmae Dachan- è "meglio non dare una mezza notizia che dare una notizia sbagliata o una non - notizia". Riguardo poi le fake news, in realtà, commenta, "non è un fenomeno nuovo, "sono sempre esistite le notizie date ad hoc o la propaganda", oggi di nuovo accade che le fake news vengano usate per "nascondere o al contrario fare emergere magari notizie meno notiziabili". La "morte di persone in Siria, per esempio, non fa più notizia mentre le dichiarazioni di uno o dell'altro purtroppo sì: il popolo siriano -sottolinea- deve tornare ad avere voce".
La guerra non ha cancellato bellezza e solidarietà
Come si racconta nel libro "Il silenzio del mare", in Siria nonstante tutto c'è un popolo che è impegnato attivamente nella difesa dei diritti e che sogna la libertà: "c'è una società civile solidale, protettiva verso i piccoli, che vorrebbe continuare a celebrare la bellezza e il rispetto reciproco che hanno sempre contraddistinti questo Paese". Sarà così, è il messaggio di Asmae, "il popolo ne uscirà ancora più unito: 5000 anni di storia non possono essere cancellati da 7 anni di guerra".
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