Filippine: almeno 100 le vittime del tifone Mangkhut
Claudia Valenti – Città del Vaticano
Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo), Mangkhut è il più forte ciclone tropicale che ci sia stato quest’anno, considerando sia quelli atlantici che quelli pacifici. I venti hanno raggiunto i 185 chilometri orari e, dopo aver devastato le Filippine, si sono abbattuti su Hong Kong e stanno ora colpendo la provincia cinese di Guandong. “Il tifone” ha detto a Vatican News Padre D’Ambra, che si trova a Zamboanga, nel sud delle Filippine, “ha cambiato rotta, per cui la zona nord delle Filippine non è stata colpita così gravemente come si pensava”.
I danni causati dal tifone
La tempesta ha causato frane e inondazioni. Per molte ore non è stato possibile verificare l’entità effettiva dei danni, perché il tifone aveva messo fuori uso le infrastrutture elettriche di ben sette province e ne aveva bloccato i collegamenti. Secondo le stime del ministero della Difesa, sono stati creati disagi ad oltre 4 milioni di persone e, come riporta Asia News, sono state stimate circa 100 vittime, 40 delle quali sono rimaste sepolte in una frana nei pressi della città mineraria di Itogon (provincia di Benguet), a 200 km a nord di Manila. “Questa volta però c’è stata una preparazione maggiore - continua Padre D’Ambra - quindi i danni sono stati limitati rispetto a quelli del tifone Yolanda, che ci ha colpiti nel 2013”.
Il governo riceve i primi aiuti internazionali
Il governo ha cominciato a ricevere dall’estero i primi aiuti destinati alle vittime del tifone. L'Agenzia Usa per lo sviluppo internazionale e il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Pam) si stanno coordinando con il Dipartimento delle Filippine per l'assistenza sociale e lo sviluppo, per inviare almeno 1.100 tonnellate di riso. L'Australia invece si è impegnata a fornire oltre 572mila dollari Usa in beni di prima necessità, come stuoie, coperte e kit igienici per un massimo di 25mila persone.
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