Guatemala, vescovi: no a conflitto e violenza
Emiliano Sinopoli – Città del Vaticano
Un anniversario che deve spingere a “costruire un Guatemala migliore”, sostengono i vescovi nel documento siglato da tutti i presuli, e a sentire la responsabilità di cittadini “perché la giustizia e la pace siano il fondamento di una convivenza nella quale lasciamo da parte i molti anni di contese fratricide, che ci hanno lasciato segni di odio e tristi conseguenze che ancora pesano su di noi”.
Tensioni nel Paese
I presuli sono in particolare preoccupati perché in questi giorni si stanno vivendo “momenti di tensione e confronto nel Paese in seguito a due decisioni dell’esecutivo: il mancato rinnovo del permesso di soggiorno alla Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala (Cicig) e il divieto di reingresso” al commissario Iván Velásquez.
Invito alla non violenza e rispetto della legge
“Chiediamo a tutti di evitare la violenza e di far scorrere il sangue”, scrivono i vescovi, che sottolineano: “la lealtà di cui parla la Scrittura significa rispetto per la legge. Nessuno è superiore alla legge, è un chiaro principio che coinvolge tutti”. La Conferenza episcopale invita a celebrare oggi anche la festa di Nostra Signora dei Dolori, di cui ricorre la memoria liturgica, chiedendo la forza di amare il Guatemala e a “servirlo nella verità e nella giustizia, non cercando il conflitto per risolvere i problemi”.
Preoccupazione a livello internazionale
La situazione in Guatemala ha destato preoccupazione anche a livello internazionale: “Esprimiamo il nostro dispiacere per la decisione sovrana del governo del Guatemala di non rinnovare il mandato della Cicig”, si legge in una nota firmata a nome del gruppo delle Nazioni Unite denominato “G13”, che comprende Canada, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Svizzera e Unione Europea. Si tratta di un “passo indietro nel rafforzamento delle istituzioni guatemalteche”, prosegue la nota, una scelta che viene considerata un “mancato compimento dell'accordo sottoscritto tra il Guatemala e l'Organizzazione delle Nazioni Unite”.
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