Siria. Offensiva su Idlib, un nuovo disastro umanitario
Paola Simonetti – Città del Vaticano
In Siria prosegue la dura offensiva delle forze governative siriane, spalleggiate da Russia e Iran, su Idlib, ultima roccaforte dei ribelli, dopo il fallimento ieri nel vertice di Teheran, di un accordo per un cessate il fuoco, fortemente caldeggiato dalla Turchia che paventa un disastro umanitario senza precedenti.
Come già la Chiesa locale ha più volte preannunciato la situazione è davverpo grave. Oggi lo rilancia con forza l’organizzazione non governativa Oxfam presente sul territorio. "Almeno 2milioni e mezzo di persone sono presenti ad Idlib, di queste, un milione sono bambini – spiega Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie della Ong - e i prossimi attacchi potrebbero provocare almeno 800mila sfollati. Una situazione che aggraverà il già difficilissimo accesso ai beni essenziali”.(Ascolta l'intervista a Paolo Pezzati sull'emergenza a Idlib)
Turchia: si teme gigantesco flusso migratorio
Il presidente turco Erdogan teme un flusso migratorio senza precedenti, che Ankara non sarebbe più in grado di sopportare: i rifugiati dal 2011, dice, sono stati oltre tre milioni e mezzo. La tregua non è utile, ha dichiarato dal canto suo il presidente russo Putin, perché non coinvolgerebbe i gruppi terroristici, mentre per il leader iraniano Rouhani, la Siria deve riprendere in modo fermo il controllo del territorio. E ieri di Idlib si è parlato anche nella riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che paventa conseguenze umanitarie devastanti. L’ambasciatore di Damasco alle Nazioni Unite ha risposto: “Espellere i terroristi è diritto sovrano e legittimo della Siria”.
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