"Preferisco di no": è il titolo della XIV edizione di Torino Spiritualità
Adriana Masotti - Città del Vaticano
14.esima edizione di Torino Spiritualità: si terrà dal 26 al 30 settembre. Oggi, nella sede della Fondazione Circolo dei lettori che coordina l'evento, la conferenza stampa di presentazione del programma e degli ospiti. A partire dal titolo: “Preferisco di no”.
Ci sono cose che non si possono accettare
"Preferisco di no, una breve risposta, gentile ma irriducibile, per esprimere il proprio dissenso contro l’opacità dei tempi”, afferma il curatore dell’evento Armando Buonaiuto, spiegando che il titolo si ispira alla frase di un personaggio letterario che è parsa di grande attualità. “Nei tempi che viviamo - spiega ai nostri microfoni - uno si sente spesso un po’ disorientato, un po’ marginale, mi verrebbe da dire, anche un po’ irrilevante, davanti alle grandi questioni che sono tutte così complesse. Uno sente la pressione dell’inaccettabile, di cose che non vorrebbe legittimare. Vediamo tante violazioni della dignità umana. E allora, lì, è opportuno dire: “Preferisco di no, io questa cosa non la legittimo, io ritengo che questa cosa non sia in linea con la coscienza morale dell’umano e allora preferisco di no”. (Ascolta l'intervista a Armando Buonaiuto, curatore di Torino Spiritualità)
Dire di no alle violazioni della dignità umana
Ma a che cosa bisognerebbe dire di no oggi, secondo gli organizzatori? “Si dovrebbe dire di no - risponde ancora Buonaiuto - a tutto quello che è una violazione dell’umanità: dell’umanità dentro di noi come dell’umanità intorno in noi. Si dovrebbe dire di no a ciò che è troppo urlato; si dovrebbe dire di no a ciò che è palesemente violento; si dovrebbe dire di no a ciò che è rassegnazione perché poi il problema principale è ritenere che quello che accade non ci riguardi”.
Vincere la tentazione dell'indifferenza
Dire di no in genere costa, per alcuni il prezzo è stato e può ancora essere la vita stessa. Ma oggi il dissenso è più difficile? “Io penso che sia difficile sempre e da sempre ci diciamo che dire di no è molto complesso e dirsi che è molto complesso è anche un modo per dirsi: “Non tocca a me agire, non tocca a me essere il primo che pronuncia un ‘no’”. Guai però, continua Buonaiuto, se non abbiamo uno scrupolo che ci punge da dentro e ci crea disagio, vorrebbe dire “che c’è qualcosa che non funziona”.
Gesù, segno di contraddizione
Un centinaio gli incontri organizzati, circa 150 gli ospiti internazionali, filosofi, teologi, storici, scrittori, artisti, scienziati, personalità della politica e dell’economia, con cui il pubblico potrà entrare in dialogo nei cinque giorni di Torino Spiritualità attraverso lezioni, letture, tavole rotonde, laboratori e spettacoli. Nel programma temi come: i 'no' della religione, cominciando dalla religione cristiana e dalla figura di Gesù che il Vangelo presenta da subito come ‘segno di contraddizione’. “Gesù in maniera particolare – dice Armando Buonaiuto - ci insegnerà ad essere nel mondo ma non del mondo, ed è una grande rivoluzione. Noi di questo parleremo, ne parleremo con Michael Davide Semeraro, che è un monaco benedettino, parleremo con lui del ‘no’ del discepolo. Perché chi segue Gesù deve formare se stesso a una scuola non semplice, che richiede molto ma che restituisce moltissimo”.
Il diverso 'no' del diavolo
Spazio poi al dissenso nelle altre confessioni e tradizioni religiose, al racconto di storie di vite ‘non allineate’, ai ribelli nei libri, con un focus sul negatore per eccellenza, ma questa volta non in senso positivo e cioè il diavolo.
“Dedicheremo un focus anche alla figura del diavolo perché - in un’edizione che è tutta dedicata al ‘no’ come momento fecondo e fruttuoso - volevamo porre anche un avversario, per rappresentare il più squassante, il più tonante dei ‘no’ negativi, che è quello pronunciato contro la trascendenza, la trasparenza del Cielo, da chi sceglie invece la seduzione terrestre”.
La negazione che afferma e smuove
Armando Buonaiuto ci tiene a sottolineare: il 'no' pronunciato deve poi diventare azione concreta per tentare di cambiare qualcosa nel mondo e il 'no' lo possono dire tutti nel quotidiano. L’invito è dunque ad un soprassalto di consapevolezza. Non per niente Torino Spiritualità si è affermato negli anni come spazio privilegiato di riflessione, una casa per quanti non rinunciano a farsi domande sul significato profondo del nostro essere e del nostro tempo.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui