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Australia. Scuse di Stato alle vittime degli abusi

Il primo ministro Scott Morrison ha tenuto un discorso ufficiale in cui ha chiesto formalmente perdono alle vittime degli abusi: i crimini di abuso sessuale si sono verificati in ogni luogo in cui il predatore pensava che l'avrebbe passata liscia

Il primo ministro australiano Scott Morrison e il leader dell'opposizione laburista Bill Shorten hanno presentato oggi, in Parlamento, le scuse della Nazione alle vittime e ai sopravvissuti di abusi su minori commessi in "scuole, chiese, gruppi giovanili, scout, orfanotrofi, case di accoglienza, club sportivi, case famiglia, enti di beneficenza e anche nelle famiglie". I due leader hanno parlato a 840 persone raccolte nella Sala Grande del Parlamento e a decine di migliaia di persone raccolte davanti ai maxischermi allestiti fuori dell'edificio, negli stadi locali e nei centri comunitari di tutto il Paese.

“Oggi, come nazione, riconosciamo la nostra incapacità di ascoltare, di credere e di garantire giustizia”

Più di 4000 le istituzioni coinvolte

Le Scuse di Stato, che arrivano in coincidenza con la Settimana nazionale dei Bambini, sono fra le 122 raccomandazioni della Commissione reale d'inchiesta sulla risposta delle istituzioni alle vittime degli abusi. Sono più di 4000 le realtà istituzionali in cui negli ultimi decenni si sono commessi abusi a danni di minori. Nel rapporto finale si parla di circa 60 mila vittime nell'arco di 60 anni. Il governo ha accettato 104 delle 122 raccomandazioni del rapporto. 

“Potere e posizione sfruttati per commettere crimini malvagi e oscuri”

Morrison: riconosciamo la nostra incapacità di ascoltare

Il primo ministro Morrison nel suo intervento ha annunciato la creazione di un museo e di un centro di ricerca per promuovere la consapevolezza dell'impatto degli abusi sui minori e per dare sostegno ai servizi offerti alle vittime. Ha inoltre impegnato il governo a riferire in Parlamento, ogni anno per cinque anni, sui progressi conseguiti nell'applicare ciascuna delle raccomandazioni previste. "Oggi, come nazione, riconosciamo la nostra incapacità di ascoltare, di credere e di garantire giustizia", ha detto Morrison, esprimendo scuse alle vittime e a tutti i loro cari, dando riconoscimento pubblico alle "voci messe a tacere, alle invocazioni inascoltate di anime torturate, sconcertate dall'indifferenza di fronte all'inconcepibile violazione della loro innocenza". "Io dico semplicemente - ha dichiarato concludendo - : noi vi crediamo. Il vostro paese vi crede".

Bill Shorten: l'Australia vi crede

A fianco di Morrison, il leader laburista Bill Shorten ha riconosciuto che l'Australia "è arrivata troppo tardi" a chiedere scusa, e che vi sono stati troppi torti "che non possono essere sanati". "Ma oggi - ha anche sottolineato - l'Australia chiede scusa. L'Australia dice che vi crede. E negli anni a venire le persone sapranno, saranno inorridite dalle vostre sofferenze, saranno scioccate dalle crudeltà che avete subito".

A nome di tutto il Continente

Qui di seguito, un estratto del discorso del premier Scott Morrison alla Nazione:

"Oggi l’Australia si trova a confrontarsi con un trauma – un abominio – che è rimasto nascosto sotto gli occhi di tutti fin troppo a lungo.
Oggi ci troviamo di fronte a una domanda troppo brutta da fare, alla quale è ancor più brutto rispondere.

Perché i figli del nostro Paese non sono stati amati, seguiti e protetti?
Perché la loro fiducia è stata tradita?
Perché quelli che sanno hanno coperto?
Perché le grida dei bambini e dei genitori sono state ignorate?
Perché il nostro sistema di giustizia è stato cieco davanti all’ingiustizia?
Perché c’è voluto tanto tempo prima di iniziare ad agire?
Perché altre cose sono state più importanti di questa, l’attenzione a bambini innocenti?
Perché non abbiamo creduto?

Oggi osiamo fare queste domande e finalmente riconoscere e confrontarci con le grida inascoltate dei nostri figli. Mentre non possiamo essere così ipocriti da pretendere di fornire risposte, dobbiamo essere tanto umili da cadere in ginocchio davanti a chi è stato abbandonato e chiedere perdono.
I crimini di abuso sessuale continuato si sono verificati nelle scuole, nelle chiese, nei gruppi giovanili, negli scout, negli orfanotrofi, nelle famiglie di adozione, nelle palestre, nelle case famiglia, negli enti caritativi …

Si sono verificati in ogni luogo in cui il predatore pensava che l’avrebbe passata liscia, in cui il sistema vigente in quelle stesse organizzazioni faceva sì che potessero accadere perché “chiudeva un occhio”. Accadeva un giorno dopo l’altro, una settimana dopo l’altra, un mese dopo l’altro, un decennio dopo l’altro. Una tortura implacabile.

Quando capitava che un bambino parlasse, non gli si credeva e i crimini continuavano nell’impunità. Uno dei sopravvissuti mi ha detto che dopo aver raccontato al proprio insegnante di avere subito un abuso, quello stesso insegnante divenne l’abusatore successivo.

Fiducia spezzata.
Innocenza tradita.
Potere e posizione sfruttati per commettere crimini malvagi e oscuri".

La reazione della Chiesa Cattolica

I vescovi australiani e i leader delle Congregazioni religiose cattoliche del Paese hanno accolto con favore le scuse di Stato del primo ministro Scott Morrison ai sopravvissuti di abusi sessuali delle istituzioni, riconfermando l'impegno della Chiesa a lavorare con la comunità per eliminare questa piaga. 

“Un tradimento totale del Vangelo di Gesù Cristo”

Suor Monica Cavanagh

"Le scuse di Stato di oggi e le scuse fatte dalle istituzioni durante la vita della Commissione Reale in poi, sono state un'importante conferma del coraggio dei sopravvissuti agli abusi nella ricerca della verità, della giustizia e della guarigione. Pensiamo prima di tutto a loro in questo momento". Sono le parole della presidente delle Congregazioni religiose cattoliche, suor Monica Cavanagh.

La Conferenza episcopale australiana

"A nome dei vescovi cattolici e dei leader religiosi australiani, rinnoviamo le nostre profonde e sentite scuse a tutte le vittime e ai sopravvissuti agli abusi, alle loro famiglie, amici e sostenitori che hanno condiviso le loro sofferenze": è quanto affermato dall'arcivescovo Mark Coleridge, presidente della Conferenza episcopale australiana, sottolineando che gli abusi perpetrati da sacerdoti, religiosi e laici sono stati "un tradimento totale del Vangelo di Gesù Cristo". Mons. Coleridge ha definito le scuse di Stato "un momento significativo per i nostri sforzi continui indirizzati a rendere l'Australia sicura per tutti i bambini e i giovani".

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22 ottobre 2018, 11:27