Carovana migranti: gli aiuti della Chiesa del Guatemala
Federico Piana – Città del Vaticano
Una delle poche voci in difesa dei migranti che dall’Honduras si stanno spostando in massa verso gli Stati Uniti in cerca di una vita migliore attraversando numerosi Paesi dell’America Centrale, arriva dalla Chiesa. A Città del Guatemala, è attiva la Casa del migrante diretta da padre Mauro Verzeletti, scalabriniano, che dall’inizio del doloroso pellegrinaggio della carovana dei disperati ha aiutato più di 12 mila persone transitate nella sua nazione ed altre migliaia si prepara ad aiutarle.
Situazione esplosiva per tutto il Centroamerica
Padre Mauro fotografa la situazione con cruda semplicità: “Sta diventando una situazione esplosiva per tutto il Centroamerica. Qui c’è molta povertà e la politica fa poco per porvi rimedio. L’Honduras è solo un esempio: le persone fuggono perché hanno fame e subiscono atroci violenze. Non possono più vivere lì”. A preoccupare il religioso scalabriniano è anche l’uso della forza per impedire a uomini, donne, bambini di fuggire per tentare di salvarsi la vita. “Io questo impedimento lo chiamo ‘delitto di lesa umanità’ ” spiega con la voce rotta dall’emozione.
Le Nazioni Unite devono creare campi umanitari. Altre persone pronte a emigrare
Aiutare al più presto è l’imperativo categorico di padre Verzeletti. Che lancia un appello alle Nazioni Unite: “Devono creare campi umanitari di accoglienza perché chi è scappato non vuole più tornare in Honduras. Ho parlato con molti di loro e mi hanno detto che altre 50 mila persone sono pronte ad abbandonare il Paese. Perché ripeto: hanno fame e sono stanchi di subire violenze. Stessa situazione che si può trovare in tutte le nazioni dell’America Centrale”. Potenzialmente una polveriera.
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