Carovana migranti: minacce di Trump alimenteranno i flussi migratori
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Una colonna umana che si è ingrossata nel cammino dall’Honduras, dove, una decina di giorni fa, alcuni attivisti si sono incamminati da San Pedro Sula verso il Messico. Un atto dimostrativo per rendere visibile il drammatico fenomeno della migrazione, certo non nuovo, generato dalla spaventosa violenza che funesta il Paese e che, durante la marcia, ha raccolto persone provenienti anche da Guatemala ed El Salvador. “In Honduras, bande armate in complicità con le autorità infiltrate dal malaffare del narcotraffico – spiega Lucia Capuzzi, giornalista esperta di America Latina per il quotidiano Avvenire - si sono impossessate di interi pezzi di Paese, mettendo in atto l’estorsione anche nelle zone più povere. La scelta è farsi uccidere o fuggire”.
Trump: “Schiereremo i militari”
Almeno 7.500 le persone che si sono riversate ai confini col Messico, con l’obiettivo anche di raggiungere gli Stati Uniti. "Chi è qui è arrivato marciando fianco a fianco, andremo avanti quanto potremo", dicono i migranti, che proseguono il viaggio nonostante le minacce del Presidente Usa, Trump, di schierare l'esercito per blindare il confine. Il suo obiettivo è quello di arginare il fenomeno e fermare eventuali infiltrazioni di criminali e terroristi. Il Presidente degli Stati Uniti, che accusa i governi dei Paesi di provenienza Honduras in testa, a cui si affiancano anche Guatemala ed El Salvador, di non essere in grado di governare la situazione, ha annunciato di voler "tagliare”, o ridurre sostanzialmente, “i massicci aiuti" erogati a questi Paesi. Un’azione che si rivelerebbe disastrosa, aggiunge la Capuzzi, “perché invece di fermare i flussi migratori li alimenterebbe”.
La soluzione ai flussi migratori: aiutare il Centro America
“La vera soluzione – conclude Lucia Capuzzi del quotidiano Avvenire – sarebbe quella di aiutare i paesi del Centro America, per sconfiggere povertà, violenza e corruzione dilagante”. Dunque, in campo, servirebbero aiuti mirati, una soluzione caldeggiata anche dal neo eletto Presidente del Messico, Obrador, che chiede un “Piano Marshall” per l’intera area.
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