Giornata della nonviolenza, dal pensiero di Gandhi agli auspici di Papa Francesco
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
“Diffondere il messaggio della non violenza, anche attraverso l’istruzione e la sensibilizzazione delle comunità”, al fine di “assicurare una cultura di pace, tolleranza, comprensione”. È questo lo scopo dell’odierna Giornata internazionale della nonviolenza che si celebra nel giorno della nascita di Mahatma Gandhi, il 2 ottobre, per far risuonare nel mondo le sue parole di pace: “Mi oppongo alla violenza - diceva - perché, quando sembra produrre il bene, è un bene temporaneo; mentre il male che fa è permanente”. “La nonviolenza - sosteneva inoltre Gandhi - è la più grande forza a disposizione del genere umano. È più potente della più potente arma di distruzione che il genere umano possa concepire”. Il pensiero di Gandhi, ancora oggi fonte di ispirazione dei movimenti non violenti, si aggiunge ad un coro di voci. Tra queste, una delle più emblematiche, è quella di Martin Luter King: le armi più potenti, affermava, sono quelle dell’amore. “Alla base del nostro credo non violento - sosteneva Martin Luther King - c’è la convinzione che ci sono cose così care, cose così preziose ed eternamente vere per le quali vale la pena morire. Un uomo muore quando smette di lottare per quello che è giusto”.
Nonviolenza: stile di una politica per la pace
Per Papa Francesco la nonviolenza è soprattutto uno stile per una politica di pace. “Le politiche di nonviolenza - scrive il Pontefice nel messaggio in occasione della Giornata mondiale della Pace del 2017 - devono cominciare tra le mura di casa per poi diffondersi all’intera famiglia umana”. “Siano la carità e la nonviolenza - aggiunge il Papa - a guidare il modo in cui ci trattiamo gli uni gli altri nei rapporti interpersonali, in quelli sociali e in quelli internazionali”. Per il Pontefice testimoniare la non violenza significa aprire una strada di riconciliazione: “quando sanno resistere alla tentazione della vendetta le vittime della violenza possono essere i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace”. Nel messaggio il Papa esprime, in particolare, un auspicio: “dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme”. La violenza - ricorda Francesco - non è la cura per il mondo di oggi sempre più frantumato: “Rispondere alla violenza con la violenza conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze, poiché grandi quantità di risorse sono destinate a scopi militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie in difficoltà, degli anziani, dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo”.
Solo con l’amore si può superare il male
La nonviolenza non è quindi passività, ma disponibilità a chinarsi per lenire le ferite del mondo. Ed è questa la strada percorsa da Madre Teresa, proclamata santa il 4 settembre del 2016 da Papa Francesco. Quando, nel 1979, riceve il premio Nobel per la Pace pronuncia queste parole: “Nella nostra famiglia non abbiamo bisogno di bombe e armi, di distruggere per portare pace. Semplicemente stiamo insieme, amiamoci reciprocamente, portiamo quella pace, quella gioia, quella forza della presenza di ciascuno in casa. E potremo superare tutto il male che c’è nel mondo”. In quell’occasione, Madre Teresa indica anche il luogo in cui cominciare a portare la pace: “L’amore - afferma - comincia a casa, e non è quanto facciamo, ma quanto amore mettiamo in quello che facciamo. Sta a Dio Onnipotente. Quanto facciamo non ha importanza, perché Lui è infinito, ma quanto amore mettiamo in quello che facciamo. Quanto facciamo a Lui nella persona che stiamo servendo”.
Pace nei cuori
La nonviolenza è dunque un’arma potente, uno stile, un sentiero che richiede molto più coraggio di quello della violenza. E, come ricordato da Papa Francesco, si deve custodire seguendo l’indicazione di San Francesco: “La pace che annunziate con la bocca - diceva il poverello di Assisi - abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui