Indonesia: si aggrava bilancio vittime. La testimonianza di Caritas
Emiliano Sinopoli - Città del Vaticano
A Palu la quotidianità si è trasformata in attesa. I beni essenziali sono difficili da trovare, chi aveva un negozio non ha più niente da vendere e il bilancio delle vittime del terremoto e del successivo tsunami che hanno colpito l'isola indonesiana di Sulawesi si aggrava di ora in ora. Stando alle ultime dichiarazioni di Yusuf Latief, un portavoce della National Search and Rescue Agency che si occupa della gestione locale delle calamità naturali, più di 1.000 persone di un vasto complesso residenziale governativo a Balaroa, in un quartiere della città di Palu, potrebbero essere ancora disperse in seguito a una voragine che si è aperta per il potente sisma della scorsa settimana.
Gli aiuti dall’estero
Un Air Force australiano C-130 Hercules carico di generi di prima necessità ha raggiunto ieri l'aeroporto di Balikpapan, sull'isola di Borneo, e gli aiuti verranno distribuiti oggi alla popolazione. Altri aerei provenienti da diversi Paesi sono attesi per oggi. L'Indonesia ha accettato le offerte di aiuto di 17 Stati. La Commissione europea ha stanziato un milione e mezzo di euro di aiuti umanitari. “Intendiamo aiutare per la rifornitura di beni di prima necessità come medicinali, cibo, acqua e ripari”, ha dichiarato il commissario Ue agli Aiuti umanitari Christos Stylianides, che esprime tutta la solidarietà europea e la vicinanza “alle vittime di questa tragedia e a chi sta lottando sul terreno per salvare vite umane”. Oltre a questo aiuto economico, la Commissione europea ha impiegato il sistema satellitare Copernico per coordinare gli aiuti e il Centro europeo di soccorso per monitorare la situazione e stanziare all'occorrenza nuovi aiuti. La Svizzera invierà pannelli solari, apparecchiature adibite alla produzione di cloro da utilizzare come disinfettante, cosa che permetterà di offrire in breve tempo acqua potabile a decine di migliaia di persone.
L’impegno della Caritas
Caritas Indonesia ha subito attivato un sistema di informazione nel Paese. “Abbiamo grosse difficoltà a raggiungere le zone disastrate – ha raccontato a Vatican News padre Banu Kurnianto, direttore di Caritas Indonesia – perché sono stati colpiti anche i trasporti, il rifornimento di energia elettrica e le comunicazioni. Le informazioni le otteniamo mentre ci spostiamo da una parte all’altra. E’ veramente molto, molto difficile. Le necessità fondamentali – ha proseguito – riguardano il cibo, l’acqua e poi ripari e ricoveri, coperte e medicine. C’è solo una strada per arrivare a Palu City da Mamuju attraverso Pasang Kayu e Donggala ed è trafficatissima di mezzi che cercano di portare soccorso e aiuti”.
La solidarietà delle diocesi locali
Anche il team di emergenza partito dalla diocesi di Makassar nel sud di Sulawesi ha subito rallentamenti a causa dalle strade distrutte dal terremoto. Due giorni fa, insieme al team dalla diocesi di Manado, gli operatori sono arrivati a Palu e hanno posto il centro di coordinamento presso la parrocchia di Santa Maria. “Il loro compito – ha detto padre Kurnianto - sarà quello di fare una prima analisi della situazione in coordinamento con il governo locale e le altre organizzazioni non governative e capire cosa e dove portare gli aiuti”. “La diocesi di Makassar e di Manado stanno usando le chiese come centri di evacuazione, hanno già cominciato la gara di solidarietà insieme a molte diocesi indonesiane e molti volontari da tutto il Sulawesi sono pronti a partire per aiutare nella distribuzione. Vogliamo cercare di coordinare il nostro intervento – ha concluso - in modo da avere un impatto maggiore in una situazione che sul campo ogni ora si rivela più preoccupante”.
Oxfam invia sette depuratori per l’acqua a Palu
In queste ore il team di Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, è impegnato in una lotta contro il tempo per soccorrere i sopravvissuti, che stanno rimanendo senz'acqua, con l'obiettivo di prevenire così anche la diffusione di epidemie tra la popolazione. “Sette depuratori portatili - si legge nel comunicato stampa diffuso dalla ong - in grado di produrre 300 litri di acqua potabile al giorno per ciascuno, assieme a kit di purificazione dell'acqua stanno arrivando a Palu, una delle città più colpite dell'isola Sulawesi”. La mancanza di acqua pulita, infatti, resta la principale emergenza, dato che la maggior parte delle infrastrutture di approvvigionamento sono state danneggiate dal terremoto.
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