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 Copertina di "Messico in bilico" , il libro di Fausta Speranza Copertina di "Messico in bilico" , il libro di Fausta Speranza 

Il Messico dei paradossi: violenza, corruzione e bellezza

"Messico in bilico. Viaggio da vertigine nel Paese dei paradossi", questo il titolo di un libro pubblicato di recente, che descrive un Paese dalle mille contraddizioni e un popolo che, dal nuovo Presidente, attende riforme sociali e sicurezza

Stefano Leszczynski e Adriana Masotti - Città del Vaticano

Il Messico promette di diventare uno degli scenari geopolitici ed economici più interessanti dei prossimi anni. Sono pronti a scommetterci i principali analisti internazionali, come Lucio Caracciolo – direttore della rivista Limes - e Paolo Magri, direttore dell’ISPI. Entrambi concordano sulle peculiarità di quello che viene definito anche il più meridionale degli Stati nordamericani.

Le speranze dei messicani dopo il voto

Il Messico è un Paese grande sei volte l’Italia, che ospita 130 milioni di abitanti e che condivide ben 3.201 chilometri di confine con gli Stati Uniti, la cui popolazione è rappresentata per circa l’11% da messicani. Il primo dicembre di quest’anno, si insedierà alla presidenza Andres Lopez Obrador, 64 anni leader della sinistra messicana, uscito vincitore alle presidenziali di luglio, succedendo al Presidente Enrique Pena Nieto.

Insicurezza, corruzione e incomparabile bellezza

Sarà Obrador a doversi confrontare con i paradossi messicani che sprofondano il Paese in un infinito orrore e lo innalzano al contempo verso un’insostenibile bellezza. Di tutto questo si parla nel libro di Fausta Speranza, giornalista alla redazione esteri dell'Osservatore Romano: “Messico in bilico – Viaggio da vertigine nel Paese dei paradossi” pubblicato da Infinito Edizioni, con il patrocinio di Amnesty International, e presentato nella sede della Federazione Nazionale della stampa italiana a Roma. Un libro che, passando dalle dimensioni umane e sociali ai versanti politici e geopolitici, offre un biglietto per un itinerario sulle “montagne russe” messicane.

Ascolta l'intervista a Fausta Speranza

Violenza e turismo tra povertà e grandi ricchezze

La violenza in Messico è drammaticamente paragonabile solo a uno scenario di guerra, ma il Paese è meta preferita di milioni di turisti. Dagli anni Novanta è in continua crescita economica e si è ridotto il numero dei poveri, ma resta un Paese con zone in cui si registrano indici di sviluppo pari alla Germania e aree paragonabili al Burundi. Lo spagnolo è lingua ufficiale, ma ci sono 62 idiomi amerindi riconosciuti, tra i quali nahuatl e maya, entrambi parlati da circa 1,5 milioni di persone. 

I tanti paradossi messicani

Fausta Speranza racconta nel suo libro la difficoltà di muoversi in Messico da cronista per andare in cerca delle persone e delle storie vere che incrociano criminalità e narcotraffico. Quando però le ha trovate, soprattutto tra le donne, l’impatto è stato scioccante. Il quadro generale che emerge è quello di un Paese che sconvolge per la vivezza dei suoi colori, "ma quasi ti assuefà agli intrecci tra smerci di droga, armi ed esseri umani". Ti conquista con la piacevolezza della cucina, "ma ti colpisce con un pugno allo stomaco per la familiarità con la corruzione". Da una parte la generosa accoglienza della gente, dall'altra una fortissima omertà. L'incontro con un popolo con una radicata spiritualità e una fede viva, insieme alla diffusa "banalizzazione del valore della vita umana".

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23 ottobre 2018, 07:30