Mobilità all'aeroporto di Fiumicino Mobilità all'aeroporto di Fiumicino 

Rapporto Migrantes. Don De Robertis: “Esodo è vera emergenza”

Presso l'Auditorium “V. Bachelet” del The Church Palace è stata presentata oggi a Roma la XIII edizione del “Rapporto Italiani nel Mondo”, della Fondazione Migrantes

Andrea De Angelis – Città del Vaticano

Sono intervenuti alla presentazione, tra gli altri, mons. Guerino Di Tora e don Giovanni De Robertis, rispettivamente presidente e direttore generale della Fondazione Migrantes, Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo ed il sen. Ricardo Merlo, Sottosegretario al Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale con delega agli italiani nel mondo

“La vera emergenza è l’esodo”

“Se oggi c’è un’emergenza in Italia, non riguarda il numero di stranieri che arrivano, ma l’esodo di tanti italiani che lasciano il loro Paese, così come di stranieri che ripartono per altre mete”. Così il direttore della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis, nella nostra intervista. Rispondendo poi alla domanda sulla percezione del fenomeno che presenta un numero eccessivo di stranieri che arrivano in Italia ed, al contrario, inferiore alla realtà di italiani che lasciano il Paese, don De Robertis risponde che la spiegazione di ciò può essere di natura psicologica. Lasciare l’Italia “non è un qualcosa di cui possiamo gloriarci – dice - quindi si tende piuttosto a nascondere questo fenomeno, nonostante riguardi tanti di noi”. “Penalizzare lo straniero – conclude – significa penalizzare noi stessi, i nostri figli che si trovano o possono trovarsi ad essere stranieri in un Paese diverso dal loro”.

Ascolta l'intervista a don De Robertis

L’identikit dell’italiano che lascia il Paese

Qual è, dunque, il profilo dell’italiano che decide di trasferirsi all’estero? Quali caratteristiche hanno i cittadini protagonisti di questa mobilità? Tracciare un identikit è praticamente impossibile. Lo dice ai nostri microfoni Delfina Licata, curatrice del Rapporto ‘Italiani nel Mondo’. “Non è possibile tracciare un identikit a causa della complessità della mobilità italiana, tale da portare necessariamente alla descrizione di vari profili”, afferma Licata. I numeri importanti riguardano sia i giovani, ma anche i minori, a testimoniare che anche i nuclei familiari sono protagonisti del fenomeno. “Le crescite riguardano però soprattutto gli over 50 – spiega la curatrice del Rapporto -, dunque di chi ha perso il lavoro, ma anche di pensionati”, alcuni dei quali sono vicini alla soglia della povertà.

Ascolta l'intervista a Delfina Licata

“Migrare è un fondamentale diritto della persona”

A concludere la presentazione il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, che ha invitato i partecipanti a riflettere sul fatto che “non vi è una materia umana così cangiante come la mobilità, per lo studio della quale occorre un costante aggiornamento e rinnovamento degli approcci di studio e delle metodologie usate”. “È per questo – ha spiegato il cardinale - che la Cei si è dotata di ‘braccia operative’ come la Fondazione Migrantes, per studiare i fenomeni sociali e intervenire a favore di essi”. "Teniamo conto che il fatto di migrare non è solo un fatto di una particolare congiuntura, ma è un diritto umano e un fondamentale diritto della persona" ha poi detto rispondendo alle domande dei cronisti a margine della presentazione del Rapporto. "Al centro del fenomeno delle migrazioni - ha proseguito - deve essere sempre posto il tema dell'accoglienza, perché chi arriva in un Paese straniero o anche solo dal sud al nord dell'Italia, ha sempre bisogno di essere accolto ed integrato, di essere coltivato nei suoi valori, di essere aiutato".

I dati

Dal 2006 al 2018 la mobilità italiana è aumentata del 64,7% passando da poco più di 3,1 milioni di iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) a più di 5,1 milioni, ovvero l’8,5% dei quasi 60,5 milioni di residenti totali in Italia alla stessa data. La crescita nell’ultimo anno corrisponde a +2,8%, a +6,3% nel triennio e al +14,1% negli ultimi cinque anni.
Entrando nello specifico, nell’ultimo anno gli italiani sono partiti da 107 province differenti e sono andati in 193 località del mondo di ciascuna realtà continentale. Milano, Roma, Genova, Torino e Napoli sono le prime cinque province di partenza. Si tratta di grandi aree metropolitane a riprova del fatto che le attuali partenze coinvolgono i territori che ospitano importanti università e multinazionali che spingono per avere relazioni internazionali. La prima regione di partenza è la Lombardia (21.980) seguita, a distanza, da Emilia-Romagna (12.912), Veneto (11.132), Sicilia (10.649) e Puglia (8.816). La Germania (20.007) torna ad essere, quest’anno, la destinazione preferita distanziando, di molto, il Regno Unito (18.517) e la Francia (12.870).

Giovani e giovani adulti

Dopo aver dedicato lo Speciale ai luoghi di arrivo nel 2016 e ai territori di partenza nel 2017, il Rapporto Italiani nel Mondo 2018 pone l’attenzione su una precisa categoria di migranti italiani oggi in partenza: i giovani e i giovani adulti, coloro cioè che hanno una età compresa tra i 20 e i 40 anni e che hanno lasciato l’Italia nell'ultimo anno o, al massimo, negli ultimi 5 anni spostando la propria residenza in determinati Paesi del mondo. Si è definito questo movimento neo-mobilità, volendone sottolineare la contemporaneità sicuramente, ma anche la fluidità che, in questo caso, diventa sinonimo di difficile categorizzazione e, quindi, di complessità di un fenomeno che, seppure sia sempre più presente nel dibattito pubblico, resta poco conosciuto nella sua reale consistenza numerica e nelle sue effettive caratteristiche.
 

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24 ottobre 2018, 15:08