Condizioni di vita e lavoro disumano. Parla Urmila Bhoola, Relatrice Onu
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
"Le leggi da sole non sono sufficienti a proteggere tutti i lavoratori dal lavoro forzato e da altre forme di schiavitù moderna. Per essere efficaci, esse devono essere rafforzate dall’azione, sostenute dalla volontà politica e potenziate con le risorse materiali e umane necessarie".
E' la conclusione della Dichiarazione di fine Missione presentata a Roma durante una conferenza stampa da Urmila Bhoola, Relatrice Speciale per le Nazioni Unite sulle forme contemporanee di schiavitù, al termine della sua visita ufficiale in Italia dal 3 al 12 ottobre. Tema della Missione, valutare la situazione dello sfruttamento lavorativo dei migranti nel settore dell'agricoltura.
Le condizioni dei lavoratori agricoli migranti
"I lavoratori agricoli migranti in varie località del Sud Italia - ha dichiarato Urmila Bhoola alla stampa - patiscono livelli estremi di sfruttamento e coercizione, oltre ad affrontare condizioni di vita disumane”. E nonostante l'elogio per aver modificato il Codice Penale nel 2016, vietando il caporalato e introducendo pesanti sanzioni in caso di sfruttamento, la Relatrice ha evidenziato la persistenza di "limiti in termini di piena ed efficace applicazione della legge". Sono proprio le condizioni igenico sanitarie degli "insediamenti informali", a sollevare "importanti interrogativi se si stia facendo abbastanza per garantire i diritti umani e la dignità umana dei lavoratori migranti che sono indispensabili per l’economia agraria dell’Italia”.
Luoghi e cifre
Calabria, Puglia, Lazio sono le Regioni dell'indagine. Secondo quanto riportato dalla Relatrice Speciale, sono oltre 400mila i lavoratori agricoli che rischiano di essere vittima dello sfruttamento e circa 100mila quelli sfruttati e costretti a condizioni disumane nelle baraccopoli. Proprio la presenza di questi "insediamenti informali" e particolarmente estesi - ha spiegato Bhoola - "alimentano la tensione sociale" e diminuiscono le probabilità di integrazione sociale.
Non solo baraccopoli
Parallelamente a questo scenario, è la solidarietà di alcuni a costruire una rete di sostegno per questi lavoratori migranti. Urmilla Bhoola, oltre ad aver incontrato funzionari del Governo, associazioni dei datori di lavoro, esponenti dei sindacati e numerosi lavoratori sfruttati, è stata infatti testimone di cosa può nascere dall'impegno di uomini di buona volontà. Un esempio su tutti, il Centro di accoglienza straordinaria (Cas) per migranti, o i Centri di accoglienza ufficiali sorti proprio in quelle Regioni in cui il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori agricoli è più radicato. La relazione sulla visita in Italia e le raccomandazioni della Relatrice speciale saranno presentate al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel settembre 2019.
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