XVII Festival internazionale di Musica e Arte Sacra: l’arte salva l’arte
Claudia Valenti – Città del Vaticano
Al via la diciassettesima edizione del Festival internazionale di Musica e Arte Sacra, che anche quest’anno accoglie musicisti provenienti da tutto il mondo per portare la musica in uno scenario artistico fra i più solenni: le basiliche e le chiese di Roma e della Città del Vaticano. La Basilica di San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le Mura, Santa Maria Maggiore e San Giovanni il Laterano ospiteranno sei appuntamenti, in cui sarà protagonista la musica sacra. “Vorremmo che il nostro Festival – dichiara a Vatican News Hans Albert Courtial, fondatore e presidente generale della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra - desse alla gente la possibilità di avvicinarsi a Dio attraverso la musica”.
La dedica a Papa Paolo VI
Quest’anno il Festival sarà dedicato a Papa Paolo VI, pontefice “umile, ieratico ed intellettuale”, da poco canonizzato. “Vorrei che questo Festival – afferma in conferenza stampa il cardinal Angelo Comastri, presidente onorario della Fondazione – mettesse in luce tutta la saggezza di Paolo VI e la facesse cantare”. San Paolo VI sostenne e incoraggiò l’arte in tutte le sue forme, come mezzo per avvicinarsi a Dio e per riuscire a parlare al cuore delle persone. “Lui mi ha veramente cambiato la vita – racconta Hans Albert Courtial – e quello che faccio qui, nasce proprio per onorare e ricordare questo grande Papa”.
Gli obiettivi della Fondazione
Il Festival è promosso fin dal 2002 dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, un ente no profit che organizza eventi, mostre, convegni e concerti, non solo per contribuire a far vivere e rivivere la musica sacra e i suoi grandi compositori, ma anche per finanziare il recupero di importanti opere di arte sacra. Dal 2010 la Fondazione si è occupata, ad esempio, del grandioso progetto di restauro dei prospetti esterni della Basilica Vaticana, progettati da Michelangelo. E fino al 2020 sarà impegnata nella promozione dei lavori di restauro del tamburo della grande cupola della Basilica di San Pietro in Vaticano. “I nostri impegni – spiega Claudia Autieri, presidente del Comitato dei sostenitori della Fondazione - sono più che mai rivolti a diffondere gli alti valori spirituali e culturali della musica sacra e della diffusione del valore della conservazione di quanto ci è stato consegnato dal passato”.
“Ars artem salvat”
“Diventate mecenati di questo patrimonio dell’umanità!” è l’appello che Hans Albert Courtial lancia ai benefattori e ai contribuenti della Fondazione. Partecipare ai progetti della Fondazione, infatti, e contribuire all’attuazione dei suoi eventi artistici, diventa di conseguenza utile a salvare alcune opere del patrimonio artistico e architettonico del passato che, per non andar perse o rovinate, hanno bisogno di salvaguardia e tutela, rifacimenti e ristrutturazioni. Grazie al continuo contributo dei sostenitori, benefattori e sponsor, la Fondazione ha appena concluso un’importante opera di restauro, quella del legno del mobilio della sagrestia della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura. “E’ un apparato decorativo che appartiene al XV-XVI secolo – spiega Francesca Persegati, restauratore capo dei Musei Vaticani - quindi si tratta del recupero di un vero e proprio gioiello del passato, nell’interesse dei presenti e delle future generazioni”.
Un programma ricco e intenso
Il programma del Festival è segnato da alcuni ritorni e da una serie di novità: dai più antichi canti orasho della tradizione cattolica giapponese alla musica corale russa, dal repertorio più ‘classico’ e dai forti richiami spirituali come il Requiem di Verdi, la Messe solennelle de Sainte-Cécile di Gounod, la Quarta Sinfonia di Mahler e la Nona Sinfonia di Beethoven, alla prima assoluta So That The World May Believe del norvegese Kim André Arnesen. Quest’anno, l’inaugurazione si terrà il 31 ottobre nella Basilica di San Paolo fuori le Mura e sarà affidata al coro Together in Hope del Minnesota, che si affianca ai TrondheimSolistene, una delle orchestre più famose della Norvegia.
Si rinnova la presenza dei Wiener Philharmoniker
Il Festival ospiterà inoltre i Wiener Philharmoniker, Orchestra in residence sin dalla prima edizione, che eseguiranno il 13 novembre, presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura, la Sinfonia n. 4 in Sol Maggiore di Gustav Mahler. “Il mio legame personale con questi artisti – racconta Hans Albert Courtial – è diventato ancora più stretto l’anno scorso, quando ho ricevuto la nomina di Ambasciatore dei Wiener Philharmoniker. E’ una carica che ho accettato con estremo senso di responsabilità, perché si tratta di fare del bene nel mondo attraverso la musica e la cultura”. L’orchestra non rappresenta soltanto l’eccellenza musicale austriaca, ma si pone come vera e propria ambasciatrice di ideali di pace, umanità e conciliazione, così indissolubilmente legati alla musica. “Con i Wiener Philharmoniker – prosegue Curtial - abbiamo inoltre iniziato un grande progetto dedicato a Anton Bruckner. In vista dei duecento anni dalla sua nascita del 1884, i Wiener Philharmoniker presenteranno, da quest’anno fino al 2024, l’intero ciclo delle Sinfonie di Bruckner, scegliendo una volta all’anno una delle più importanti cattedrali europee”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui